Si è riunito oggi in Provincia, su iniziativa dell’assessore alla Protezione civile Massimiliano Dosi un Tavolo di lavoro per l’avvio del progetto di verifica delle strutture e delle aree di emergenza in materia di Protezione civile, come previsto dalla direttiva regionale n. 1954. All’incontro, oltre all’assessore Dosi e ai tecnici provinciali Giuseppe Bongiorni e Fabrizio Marchi hanno partecipato il responsabile del coordinamento dei Volontari della Protezione civile Leonardo Dentoni e gli undici responsabili dei centri Operativi Misti della provincia. I Centri Operativi Misti, (C.O.M.). I C.O.M. sono nuclei di coordinamento e intervento, attivati qualora il Prefetto valuti che una calamità sia di gravità tale, per estensione territoriale e/o per eventuali conseguenze dannose, da richiedere un’articolata attività di coordinamento degli interventi a livello intercomunale; una rilevazione e valutazione delle esigenze da soddisfare e delle successive richieste di interventi da avanzare a livello provinciale; un migliore impiego delle risorse umane e materiali.
E’ compito dei C.O.M. organizzare i soccorsi in modo capillare sul territorio interessato da un evento calamitoso e cioè di recepire in modo immediato le diverse esigenze locali e di garantire un effettivo coordinamento dei conseguenti interventi di soccorso. L’incontro di oggi si è reso necessario per effettuare una ricognizione nei 48 comuni della nostra provincia per mappare e redigere un piano delle undici aree di ammassamento; delle aree di accoglienza della popolazione in caso di calamità e delle strutture strutture di accoglienza coperte. Queste ultime sono previste in ogni comune, tenendo ovviamente conto della densità della popolazione.
Le aree di ammassamento, undici previste sul nostro territorio, devono rispondere ai requisiti necessari per accogliere gli uomini e i mezzi dei soccorritori ed essere quindi dotati delle infrastrutture necessarie per l’accesso, la sosta e la realizzazione di un punto operativo di coordinamento dei soccorsi. Le aree di accoglienza, una per ogni comune, devono, invece poter radunare la popolazione evacuata dalle proprie abitazioni in caso di calamità (stadi, campi sportivi ecc), mentre per strutture si intendono gli edifici in grado di ospitare la popolazione in sicurezza.
Al termine della verifica e della mappatura dovranno essere realizzati un Piano e delle monografie dettagliate su ogni singola area che consenta l’avvio di un rapido e efficace sistema di emergenza.
“E’ un altro tassello importante – ha detto l’assessore Massimiliano Dosi – che va implementare il Sistema di protezione civile della nostra Provincia, dopo il Piano Provinciale d’emergenza antincendi, approvato nel febbraio di quest’anno. La predisposizione delle aree e delle strutture sono di competenza dei singoli Comuni – ha aggiunto l’assessore Dosi – che potranno però agire anche non singolarmente, ma in accordo con altri Comuni, o per Unione di Comuni o Comunità montane”.
“Il territorio della provincia di Piacenza – ha spiegato Giuseppe Bongiorni – è a basso rischio sismico: 18 dei nostri comuni sono classificati in area 4 cioè a bassissimo rischio e i restanti in classe 3, basso rischio. Le emergenze quindi, nel nostro territorio, possono riguardare eventi calamitosi di natura franosa e idrogeologica”.
Il prossimo incontro operativo previsto con il Com 1 quello cioè di Sarmato è previsto per i primi di maggio.