Riportare l’agricoltura al centro del sistema economico italiano. Questo l’obiettivo di Confagricoltura, che in mattinata ha sancito tale indirizzo con la visita a Piacenza del suo presidente nazionale Mario Guidi. Intervenuto all’Assemblea Generale, il presidente ha riportato ai presenti gli obiettivi raggiunti e le linee guida per il prossimo futuro della sua associazione. Il lavoro è ancora lungo, sempre secondo Mario Guidi, ma la firma congiunta della Pac (Politica agricola comune) rappresenta un primo passo. Anche grazie alla sua presenza Confagricoltura rilancia con forza le proposte care all’associazione degli agricoltori. Oltre agli accordi comuni, raggiunti dalle associazioni degli agricoltori, Mario Guidi ha lanciato un segnale al Governo: “Rimanendo sul generico: avere la capacità di dire dei si e dei no. E non fare più promesse che non può mantenere. Questa non appaia una considerazione blanda, ma abbiamo bisogno di certezze, stabilità e di fare una strategia ad ampio raggio per il sistema agricolo”.
Di seguito il comunicato di Confagricoltura Piacenza:
Grande partecipazione all’Assemblea Generale di Confagricoltura Piacenza che ha visto idealmente un passaggio di testimone tra Michele Lodigiani, al termine del suo mandato di Presidente di Confagricoltura Piacenza e Mario Guidi, da poco eletto alla presidenza nazionale. Visione comune e valori fondanti condivisi rendono l’associazione degli imprenditori agricoli capace di affrontare le sfide del mondo che cambia rapidamente. “Un mandato vissuto molto intensamente e con passione – ha detto Lodigiani che ha ringraziato con gratitudine sia gli associati che il personale per questi anni di lavoro intenso. “Grazie anche a Confagricoltura – ha proseguito – e mi riferisco al sistema di valori che la nostra associazione rappresenta e su cui si fonda: il libero confronto tra le idee, la fiducia nel progresso scientifico, la libertà d’impresa, la dignità e l’operosità del lavoro, il rifiuto delle politiche assistenzialistiche: questo è ciò che ci definisce ed identifica. In questi tre anni ho cercato di cambiare ciò che non potevo accettare e di accettare ciò che non potevo cambiare, distinguendo tra l’una e l’altra cosa, avendo come riferimento i valori che ci accomunano”. Un orizzonte più roseo, rispetto agli anni passati, quello delineato negli interventi, ma senza demagogia e senza dimenticare le difficoltà del settore. “Non abbasseremo la guardia – ha ricordato Guglielmo Garagnani, Presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna – e continueremo a condurre la nostra battaglia, a tutti i livelli, per snellire l’appesantimento burocratico”. Al Presidente Nazionale il compito di tirare le fila e guidare la bellissima assemblea verso gli obiettivi futuri del settore e del sindacato. “Nonostante tutti i problemi – ha detto Mario Guidi – la lettura che possiamo dare è che l’attenzione riservata al settore è rilevante, perché il mondo avrà sempre più bisogno dell’agricoltura. Le produzioni agricole sono, e saranno sempre più, il pace maker delle istanze geopolitiche a livello mondiale. Ma è anche vero che lo scenario che dobbiamo considerare è quello del mondo: è quello il mercato da tener presente quando andiamo a collocare i nostri prodotti. Il mondo chiede sempre più cibi salubri, in quantità adeguata ed ottenuti con produzioni sostenibili. E se l’agricoltura non ha problemi a livello mondiale, i problemi li hanno, invece, le aziende agricole italiane. Sono preoccupato perché non c’è una strategia agricola nazionale. L’agricoltura è annoverata come elemento emotivo, invece, il nostro settore deve essere considerato come l’industria. Al Ministro chiediamo stabilità e coerenza. In un recente incontro gli ho detto che abbiamo bisogno di “sì” e di “no”, certamente non abbiamo bisogno di promesse non mantenute. Noi siamo leader in tante realtà produttive, eppure non riusciamo a trasformare queste eccellenze in valore, in reddito per le imprese.” Non è mancata un po’ di positiva autocritica: “Troppo spesso – ha proseguito Guidi – parliamo di quello che gli altri possono fare per noi, ma noi abbiamo grandi possibilità, anche se sono poche le aziende in grado di sostenere, da sole ed autonomamente, la competitività: dobbiamo aggregarci, diventare grandi e creare unitarietà, altrimenti non siamo adeguati per il mercato che vogliamo affrontare; dobbiamo avere la capacità di aggregare il nostro prodotto e di offrire ciò che il mercato chiede andandolo a collocare sul panorama mondiale”.