Il Presidente della sezione Lattiero-Casearia di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini sottolinea l’importanza che l’aggregazione di prodotto assumerà nel prossimo futuro. “Il “pacchetto latte” dell’UE è vuoto di norme prescritte e contiene indirizzi generali, questo ha originato una serie di osservazioni e di critiche, ma non è un dato che deve sorprendere: con la nuova PAC la programmazione dei quantitativi di produzione e quindi dell’offerta, sarà in mano al mondo agricolo, solo che non tutti sono pronti a questo passaggio che certamente non sarà né semplice né banale. Sarebbe illusorio pensare che i prezzi incoraggianti dell’ultimo periodo siano indice di un mercato maturo – commenta Gasparini- la documentazione vagliata dalla Commissione Europea fa espressamente riferimento al termine “contrattualizzazione” che assume, ora, una connotazione tecnica. Con tale strumento l’Unione Europea pensa di risolvere due problemi: identificare un modo nuovo per fissare i quantitativi e i prezzi, trovare un equilibrio tra i poteri contrattuali all’interno della filiera. L’orientamento auspica una maggiore forza contrattuale della produzione e vorrebbe arrivare ad un sistema in cui offerta e domanda possano regolarsi in equilibrio. Ritengo che lo strumento per riequilibrare i poteri contrattuali della produzione nei confronti dei grandi gruppi di trasformazione – sottolinea Gasparini – sia l’aggregazione. Lo ripetiamo da tempo, ora lo dichiara anche l’Unione Europea”. La zootecnia piacentina primeggia in termini di tecnologia, know-how, strutture e rese produttive e addirittura eccelle per elasticità e diversificazione nelle modalità d’immissione del prodotto sul mercato. I nostri allevamenti indirizzano con disinvoltura il loro latte verso tipologie di destinazione diverse tra loro, anche se a farla da padrona è la lavorazione a Grana Padano che assorbe la fetta più grossa del latte piacentino sospinta da un lato da una vivace cooperazione a cui dà vita un buon numero di caseifici sociali ben dislocati sul territorio e dall’altro da una solida industria casearia di lunga tradizione che ha contribuito a costruire, negli ultimi decenni, un comparto sano fatto di sinergie di equilibrio e di moderni rapporti commerciali e finanziari sostanzialmente basati su una correttezza di comportamento. “Un contributo decisivo alla creazione di un mercato locale maturo in termini di riequilibrio di forze tra domanda e offerta è scaturito dalla capacità degli allevatori di fare sistema affiancando al mondo cooperativo anche associazioni di prodotto (O.P) – spiega Gasparini – oggi, la nostra provincia ha un mondo di produttori più capace che altrove di detenere nelle proprie mani il suo latte gestendone con pari dignità rispetto all’industria prezzo, volumi e destinazione. In questo panorama stride, in negativo, l’accordo lombardo tra Galbani e Coldiretti, poiché concluso da una parte agricola che non detiene il prodotto e a livelli inferiori rispetto a quelli resi possibili dalle quotazioni del Grana Padano in queste ultime settimane”.