Legambiente interviene su Viale Risorgimento e Piazzetta Plebiscito

Facendo riferimento alle vicende che hanno riguardato sia la riqualificazione di Viale Risorgimento sia il progetto di Piazzale Plebiscito, Legambiente ha ritenuto opportuno esprimere alcune considerazioni sia sull’iter che l’Amministrazione ha scelto di seguire in entrambi i progetti  sia nel merito, nella speranza che quanto accaduto in queste settimane possa essere recepito come uno forte stimolo a modificare sia la percezione che questa amministrazione ha dell’importanza del verde urbano, sia il metodo utilizzato nel progettare e portare a conoscenza della cittadinanza i progetti di riqualificazione urbana che coinvolgono elementi arborei ed il verde urbano in generale. Ecco il COMUNICATO STAMPA di Legambiente:

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Relativamente alla riqualificazione di viale Risorgimento va sottolineata purtroppo la mancanza di quell’informazione preventiva alla cittadinanza ed ai portatori di interessi in generale che dovrebbe essere invece uno degli elementi centrali per qualunque progetto di riqualificazione urbana, soprattutto la dove sono presenti alberature o aree verdi.

Come associazione in specifico siamo stati informati dell’imminenza del progetto solo 24 ore prima dell’inizio dei lavori e, cosa decisamente sorprendente, senza avviso della reale intenzione di procedere il giorno dopo all’abbattimento di tutte le piante .

In questo modo quindi non solo non abbiamo purtroppo avuto alcuna possibilità di formulare osservazioni sul progetto e sulla perizia che ci era stata consegnata, ma soprattutto è risultato evidente come l’elemento della partecipazione non sia considerato prioritario, nonostante le evidenze di questi anni in tema di verde pubblico e la questione di piazzale Plebiscito dimostrino il contrario.

Entrando nel merito della perizia commissionata da Enia allo studio Progetto Ambiente il 2 settembre 2010 si legge che “le condizioni degli alberi monitorati appaiono discrete” ..”e che “gli individui versano in una condizione precaria dovuta alla fase di senescenza…”ma, che “al momento nessun esemplare presenta problemi strutturali che potrebbero portare a cadute o schianti improvvisi” Gli interventi consigliati sono: nessuno in 7 casi, eliminazione branche in un caso,riduzione chioma in un altro, diradamento polloni in un altro ancora. Per le restanti si consiglia “rimonda del secco” cioè adeguate potature.

Si tratta certamente di una perizia relativa allo stato di pericolosità delle piante e quindi alla loro staticità,  ma senza voler entrare in un argomento tecnico sul quale ci sono ben altre competenze rispetto alla nostra, ci chiediamo se fosse veramente necessario il taglio totale delle piante o se invece , se pur di fronte a piante in oggettivo stato di sofferenza generale, soprattutto delle chiome,dovuto anche ad anni di potature scorrette e di cattiva manutenzione, si sarebbe potuto procedere in un modo diverso, preservando ancora per alcuni anni gli alberi, sostituendo prima un lato e poi l’altro, sull’esempio del Comune di Torino e costruendo un intervento che avesse come scopo primario non solo la sistemazione della strada ed il teleriscaldamento, ma anche il rispetto degli elementi arborei esistenti e della monumentalità del viale che è la porta di ingresso della città.

A fronte comunque dell’avvenuto abbattimento delle piante, riteniamo a questo punto  opportuno esprimere alcune considerazioni sul nuovo viale.

-la varietà prescelta ( fraxinu Oxycanpa “Raywood), pur essendo un albero di facile manutenzione, soffre il surriscaldamento derivante da superfici asfaltate ed è utilizzata in climi più freddi rispetto al nostro, quindi come alberatura stradale urbana non sembra essere la scelta migliore. Inoltre il frassino, e questa varietà in particolare, non raggiunge grandi altezze, ha una crescita contenuta, non sviluppa chiome di grande struttura , ha foglie piccole e certamente non è in grado, rispetto ad altri tipi di alberature di assorbire grandi quantità di CO2 e polveri sottili. Meglio sarebbe favorire alberature di portamento ed altezza più rappresentative della monumentalità del viale di ingresso alla città , per cui chiediamo di riconsiderare, con l’ausilio di agronomi esperti e tecnici del verde, la tipologia di alberi da piantumare. 

-Per quanto riguarda il diametro previsto per la piantumazione delle nuove alberature(circa 10\12 cm) appare troppo piccolo, anche se si conviene che possa essere più facile l’attecchimento, ma trattandosi di un viale “monumentale” di ingresso alla città e delle intrinseche difficoltà di crescita in un ambiente urbano come il nostro, si rischia di vedere una situazione accettabile tra molti anni. Pertanto si chiede di valutare la possibilità di metter a dimora piante del diametro più ampio, investendo in modo particolare sulla qualità delle piante provenienti da vivai certificati, al fine di evitare acquisti di alberi “ di risulta”   per ragioni di spesa.

E’ chiaro che il costo è diverso ma, nella riqualificazione del viale,le piante possono e devono avere un ruolo fondamentale e quindi è giustificata una spesa coerente.

 Inoltre si ritiene che nella gara d’appalto debba essere prevista la responsabilità della ditta fornitrice per quelle piante che dovessero , nei primi anni dalla piantumazione, morire o non attecchire adeguatamente.

-Siamo del parere che la piantumazione del viale debba proseguire anche di fronte al palazzo Farnese ed al liceo Gioia proprio per dare continuità al viale stesso e perchè si ritiene che la presenza di alberature di fronte ad imponenti costruzioni come il Farnese non diano alcun problema di visibilità ed anzi possano essere un “valore aggiunto” per esaltare la bellezza del Palazzo.

-Si chiede inoltre di non restringere le piante in aree permeabili ristrette, ma di prevedere  un “corridoio verde” e cioè il rinverdimento dello spazio tra i tronchi lungo entrambi i lati del viale dando quindi la possibilità alle alberature ed alle loro radici di meglio svilupparsi ed inserirsi in un ambiente più consono.

Ci sono poi tecniche specifiche nella costruzione dei marciapiedi per evitare che le radici delle piante vengano in superficie e creino problemi alla deambulazione dei cittadini che chiediamo vengano usate.

 

Relativamente invece alla progetto di Piazzale Plebiscito non possiamo che confermare quanto già dichiarato durante l’assemblea pubblica ai Teatini. I tigli della piazza, assolutamente sani , devono essere tutti mantenuti ed intorno ad essi riprogettato uno spazio pubblico di aggregazione che coniughi il tema del verde con quello della dovuta e corretta progettazione urbanistica del luogo storico della piazzetta che certamente necessita di un intervento. Riteniamo certamente centrale che siano gli alberi a diventare l’elemento attrattore dello spazio pubblico e da qui la necessità di un luogo ideato proprio  per potersi fermare a parlare, leggere, riflettere e giocare. Piacenza ha bisogno di piazze da vivere, dove creare rapporti, dove passare il tempo libero e certamente la presenza degli alberi può avere in questo un ruolo importante.

Sicuramente ci sono a Piacenza tante competenze tecniche in grado di portare un contributo di idee e progettualità sul tema del paesaggio urbano e del verde e sarebbe estremamente interessante coinvolgerle tramite un concorso di idee e progetti. Noi entro breve depositeremo una proposta in collaborazione con giovani architetti e progettisti del verde.

 

Più in generale riteniamo che sia  necessario un decisivo cambiamento di marcia che tenga conto del valore non solo ambientale ma anche culturale e sociale del verde urbano.

Se la città vorrà rispondere alle sfide del futuro sul tema della lotta all’inquinamento, del contenimento della CO2 e del surriscaldamento climatico, il tema del verde dovrà  diventare centrale nelle scelte urbanistiche ed una linea di condotta decisa sulla gestione e manutenzione del verde e sulla sua progettazione e pianificazione farà la differenza.

Due aspetti diventano fondamentali per la città, il coinvolgimento nei progetti urbani e nella gestione del verde di tutti quei soggetti professionali che, con le loro competenze incrociate, possano portare valore aggiunto alla città ed alla sua qualità del vivere(agronomi, architetti paesaggisti, tecnici del verde….)  e l’informazione e coinvolgimento dei cittadini .

La vicenda di Piazzale Plebiscito ha insegnato che sono necessari sia momenti di informazione sullo stato del verde in città e  sui  progetti di piantumazione ed abbattimento sia momenti partecipativi preventivi in caso di progetti di riqualificazioni di viali, piazze ed aree verdi.

Cambiamo direzione, sarà utile a tutti.