Canile, Silvia Felice (Arca di Noè) andrà per vie legali dopo l\’esclusione

La contesa sul canile municipale tra l’amministrazione e l’associazione che lo gestisce è arrivato all’epilogo finale. Ieri alla presidentessa dell’Arca di Noè, Silvia Felice è stato infatti negato l’accesso per mancato rinnovo della tessera. Dopo gli scontri avuti nei  mesi scorsi con l’assessore Katia Tarasconi, l’avvocato Felice si è trovata ora esclusa dal prestare volontariato come era avvenuto negli ultimi 10 anni. Una situazione alla quale la Felice intende reagire, anche per vie legali, come ha confermato ai nostri microfoni: “mi sento bersaglio di un atto discriminatorio, senza delle reali motivazioni. Per questo mi dovrò tutelare in sede giudiziarie. Ovviamente intraprenderò delle iniziative di tipo legale”. E’ stato un duro colpo, non solo per l’avvocato, ma anche per gli altri associati, sempre secondo il presidente dell’Arca di Noè, che ha spiegato: “eliminando il presidente si colpisce l’anima di un gruppo che è sempre stato coeso. Ora anche gli altri volontari si sentono intimoriti a parlare per paura di ritorsioni. Questa è la morte della democrazia”. Non si è fatta attendere la risposta dell’assessore Katia Tarasconi, la quale ha voluto motivare questa scelta: “l’avvocato ha creato spesso situazioni di disagio all’interno della struttura. Non si riesce ad avere una convivenza serena. Tutto ciò che noi facciamo per lei è sbagliato, ma non solo, anche l’azienda che gestisce il canile, i veterinari della clinica di via Beati, persino i veterinari dell’Usl vengono criticati. Siccome è venuta meno la fiducia non avrebbe senso continuare un rapporto perché il volontario, per definizione, dovrebbe aiutare la struttura in cui opera. Invece negli ultimi mesi non ci sono più i presupposti per una collaborazione serena”. L’assessore Tarasconi ha infine concluso: “non è che si può dire che tutta l’associazione ha questo atteggiamento. E’ la signora Felice con la quale è difficile  colloquiare. A me dispiace, non è mai bello escludere qualcuno, ma per lavorare dev’esserci fiducia reciproca e invece qui è venuto a mancare tutto”.

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