Piacenza è terra di passo. Così Leonardo Da Vinci definisce la città di Piacenza. Siamo alla fine del ‘400, periodo in cui Leonardo sta costruendo il monumento equestre di Milano. Il maestro chiese in una lettera alla famiglia Fabbricieri, amministratori della cattedrale di poter costruire le porte del Duomo in bronzo, al posto di Ambrogio Ferrero designato dal Duca di Milano, giudicato indegno dal Da Vinci. Ma in quel periodo Piacenza era deconcentrata dalle lotte interne al clero: sacerdoti corrotti e dediti all’illegalità si battevano contro il vescovo che addirittura fecero arrestare. In altre parole la proposta di Leonardo non fu nemmeno presa in considerazione. Il desiderio di Leonardo di costruire le porte del Duomo di Piacenza aveva motivazioni propagandistiche: Piacenza era una città di passo appunto, un passaggio obbligato per raggiungere Milano, esattamente come Firenze era per Roma. Leonardo sapeva quindi che un’opera a Piacenza sarebbe stata ammirata da tutti, maggior ragione delle porte di una cattedrale che essendo all’esterno potevano essere ammirate giorno e notte.