Sul caso SPI-CGIL parlano i periti informatici: nessuna prova schiacciante

Sul caso delle false deleghe dello SPI CGIL ora si esprimono i periti informatici incaricati di condurre le indagini sulle operazioni informatiche da cui sarebbe scaturita la vicenda. Il dato certo è che proprio dai pc degli indagati sarebbero stati prelevati dalla banca dati dell’INPS i dati di alcuni pensionati che sarebbero poi stati iscritti a loro insaputa al sindacato. In tutto gli indagati per queste false iscrizioni sono 5, Franco Sdraiati, Nicola Gasbarro, Anna Nicocia, Edgardo Musselli e Loredana Riva, accusati di truffa e falso in concorso. Ma se i computer da cui sono partite le operazioni sono stati individuati con certezza, non è possibile, secondo la difesa, risalire ai colpevoli. Secondo gli avvocati Fausto Cò, Roberta Prampolini e Monica Testa infatti, i sistemi di sicurezza dei pc erano pressoché inesistenti: le password circolavano liberamente e tutti avrebbero potuto usare quei computer. Inoltre, spiega Cò, alcune operazioni sarebbero state effettuate quando uno o più indagati erano assenti. I dati raccolti dai tecnici verranno consegnati al Pm Letizia Platè che dovrà concludere l’attività investigativa.

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