Non dimenticare la situazione del carcere, portando le vicende all’interno della struttura delle Novate a conoscenza dell’intera cittadinanza.
La Commissione consiliare 3 presieduta da Stefano Perrucci (Pd) ha con l’audizione di ieri ha voluto aggiungere un nuovo tassello di conoscenza sulle vicende carcerarie. Dopo l’incontro con il Garante dei detenuti Alberto Gromi, ieri è stata la volta dei rappresentanti delle realtà che quotidianamente e gratuitamente operano all’interno della struttura.
La Caritas, rappresentata dal direttore Giuseppe Chiodaroli e da Massimo Magnaschi, responsabile dell’area promozione ha raccontato dei tanti piccoli aiuti dati quotidianamente ai carcerati.
«Svolgiamo un’attività d’ascolto e diamo risposta a bisogni primari – ha affermato Chiodaroli – perché una parte della popolazione è formata da persone povere, che hanno bisogno di vestiario, scarpe e biancheria intima. Una volta usciti dal carcere offriamo la nostra rete di collaborazioni con le istituzioni per i nostri servizi, come mense e docce».
Magnaschi ha così raccontato dell’estrema indigenza di quanti sono all’interno. «Spesso chi arriva non ha vestiti per cambiarsi». Drammatica la situazione per chi esce, a cui la Caritas fornisce dei micro kit di sopravvivenza, composti anche da biglietti del bus e mappe della città. Attraverso il progetto Icaro si aiutano poi i familiari dei detenuti a visitare i propri cari.
Brunello Buonocore, dell’Asp Città di Piacenza, ha così evidenziato come tra la popolazione carceraria, la maggior parte sia rappresentata da persone che hanno compiuto reati legati agli stupefacenti. «Il carcere certo non è il luogo migliore per chi ha una dipendenza».
Valeria Viganò Parietti, presidente dell’associazione Oltre il muro ha poi raccontato le attività dei volontari, impegnati a organizzare il tempo dei detenuti. «Con le donne stiamo facendo incontri con parrucchiere per dare più dignità, altri per fare ginnastica, momenti per produrre oggetti di bigiotteria, incontri sul taglio e cucito. Per gli uomini c’è una persona che organizza incontri culturali, dai Dieci comandamenti alla Costituzione, un volontario insegna disegno».
Da parte di tutti i consiglieri presenti è stata espressa gratitudine a quanti operano all’interno del carcere.
Giovanna Calciati (Pd) ha ringraziato il quotidiano Cronaca per aver pubblicato integralmente la relazione del garante dei detenuti Gromi. «Sarebbe ora importante poter incontrare la direttrice del carcere per completare così gli incontri». Rino Curtoni ha posto l’attenzione sul ruolo educativo davalorizzare anche all’interno del carcere, mentre Gianni D’Amo ha sottolineato l’importanza per la città di non dimenticare ciò che avviene all’interno del carcere.
L’appello è stato ripreso anche da Buonocore. «Tra dodici mesi si vota: si spera che il tema carcere torni nei programmi elettorali».
Le richieste arrivate dagli operatori sono tutte all’insegna della concretezza: un punto dell’anagrafe cittadino aperto in caso di necessità per permettere ai padri di riconoscere i propri figli, un operatore del centro per l’impiego per raccogliere le adesioni di quanti stanno per concludere la propria pena, un concorso letterario per incentivare la creatività e la sistemazione del campo da calcio..
I problemi sullo sfondo rimangono sempre gli stessi: il sovraffollamento, la carenza cronica di strutture e personale e la rigidità della burocrazia. «I volontari – ha concluso Chiodaroli – continuano comunque a operare, perché siamo vicini ai detenuti e in fondo crediamo in loro».