Un’udienza animata quella ad Olindo Romano, in corso oggi a Piacenza. Il detenuto tristemente noto per la strage di Erba è stato processato per resistenza e lesioni nel periodo in cui si trovava nel carcere delle Novate.
L’uomo infatti il 27 gennaio 2009, avrebbe aggredito un agente che stava verificando le sbarre della sua cella e un sacchetto di plastica, che Romano aveva appeso al soffitto per raccogliere l’acqua piovana che filtrava dalla sua cella. Le fasi di questo alterco sono state presentate questa mattina in aula anche da alcuni agenti. Quello che ha fatto più scalpore è stata la richiesta di perizia psichiatrica richiesta da parte di uno dei suoi avvocati difensori, Fabio Schembri. Infatti i due legali Schembri e Luisa Bordeaux ritengono molto importante l’aspetto psicologico, perché a tutt’oggi non si trova motivazione nel trasferimento dal carcere del Como a Piacenza.
È stata sentita in aula la psicologa del carcere di Como che ha messo in risalto la situazione precaria e instabile di Romano, sia per il la vicenda giudiziaria, che per l’allontanamento dalla moglie. Ma nessuno avrebbe tenuto in considerazione la relazione redatta prima del trasferimento. E così per la banale vicenda del sacchetto, ha fatto reagire Romano in modo sproporzionato, con l’aggressione ad un agente.
L’udienza è ancora in corso, davanti al giudice Elena Stoppini, riprenderà verso le 18, quando lo stesso imputato potrebbe dare la versione dei fatti.