Lorenzo Pepe ha sviluppato una ricerca artistica fuori dal classico accademismo e per questo ancora oggi estremamente attuale, ha abolito ogni convinzione e finzione modellando sculture che sconfiggono le tentazioni della retorica per bloccare un’idea di genesi come esito finale. Allievo di Adolfo Wildt, ereditò dal maestro l’amore per i materiali degli inizi, stucco, bronzo e terracotta, per arrivare nell’ultimo periodo di attività dagli anni ’70 a plasmare fibre vegetali, carta e cartoni, materiali poveri nobilitati dall’uso sapiente di colori accesi; proprio grazie all’elemento colore Pepe cercò e riuscì a unire pittura, scultura e architettura in forme senza tempo.
“Nelle espansioni, negli attorcigliamenti, nelle ferite, nei colori e nei volumi, Pepe evoca il tormento e i brividi di una ben attuale condizione umana. In un periodo di strutture concettuali e logiche della forma, riprende personalmente, sinceramente, un discorso di furori e malinconie esistenziali, una confessione romantica e allusiva. Non utilizza le sigle della moda del tempo, ma tiene fede a se stesso…è questa la migliore prova della sua genuina qualità poetica”.
(Franco Russoli, 1971 in Lorenzo Pepe sculture 1948-1984, collana all’Insegna del Pesce d’Oro di Vanni Scheiwiller, Milano, 1991).
Grazie alla collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, alcune opere di Pepe, donate dal poeta Ferdinando Cogni, saranno esposte alla Biffi Arte.
La mostra sarà visitabile fino al 14 maggio alla Galleria Biffi Arte.
Lorenzo Pepe (1912-1984).
Nasce a Cassano delle Murge, in Puglia, ma diventa presto milanese d’adozione, già da piccolo disegnava molto e non ancora quindicenne entra nello studio dello scultore Adolfo Wildt e come suo allievo anche all’Accademia di Brera. Pepe aprì il suo primo studio in piazza Leonardo da Vinci ed ebbe il suo primo articolo sull’Ambrosiano, firmato da Carlo Carrà.
Ha partecipato alle Biennali di Venezia nel ’48, ’50, ‘58 (dove fu premiato) e nel ’66. Nel 1956 si impone con una mostra a Palazzo Reale, dove espone con De Chirico e Sironi.
In Italia non fece parte di alcun gruppo né di alcuna corrente, rimanendo autonomo e indipendente, ma soprattutto fedele alla sua originale concezione artistica, voleva misurarsi con il mondo e trovò, fin dal 1950, un mercante ad Amsterdam. Nel 1959 collabora con l’architetto Giovanni Muzio per la nuova basilica dell’Annunciazione a Nazareth, Israele, progettando i due portali per la porta principale. Nel ’69 insegna figura a Brera ottenendo la cattedra che era stata di Marino Marini e nel 1981 è a Palazzo Grassi a Venezia con una personale.
Le sue opere si trovano in musei e collezioni pubbliche in Olanda, Belgio, Finlandia, Svizzera, Germania, Francia e America, in Italia è presente nelle collezioni del Museo ‘900 di Milano e della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza.
BIFFI ARTE Via Chiapponi 39 – 29121 Piacenza da martedì a sabato ore 10.30 -12.30 e 16.00 -19.30. chiuso giovedì pomeriggio tel.0523.327259 moderna.contemporanea@biffiarte.it www.biffiarte.it