Due docenti universitari piacentini indagati per concorsi truccati

AGGIORNAMENTO. Si dichiarano estranei alla vicenda i due docenti piacentini indagati nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati. Il Preside della Facoltà di Giurisprudenza della Cattolica di Piacenza Romeo Astorri e il Professore di Diritto Ecclesiastico Antonio Chizzoniti raggiunti da avviso di garanzia sono certi di poter dimostrare la loro estraneità ai fatti. L’indagine della procura di Bari che ha coinvolto 22 docenti e 11 città, ha portato a perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza. A  Piacenza i controlli sono stati effettuati nelle abitazioni degli indagati dove sarebbero stati analizzati gli hard disk. I fatti riguarderebbero la manipolazione di concorsi pubblici dal 2006 ad oggi per docenti di prima e seconda fascia e i reati contestati sono associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio e falsità ideologica. Astorri faceva parte di una commissione giudicatrice ma afferma che la regolarità del concorso è facilmente rintracciabile mentre Chizzoniti non ha mai fatto parte di nessuna commissione.

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Ci sarebbero anche due piacentini tra i ventidue docenti universitari di undici città italiane indagati nell’ambito di un’indagine della procura di Bari per reati contro la pubblica amministrazione, in relazione allo svolgimento di concorsi pubblici universitari truccati. Il Preside della Facoltà di Giurisprudenza Romeo Astorri e il Professore di Diritto Ecclesiastico Antonio Chizzoniti della Cattolica di Piacenza, avrebbero ricevuto l’avviso di garanzia e sarebbero state avviate perquisizioni da parte della Guardia di Finanza di Bari con l’aiuto dei colleghi di Piacenza nelle abitazioni degli indagati dove sarebbero stati analizzati gli hard disk dei due docenti. Su disposizione del pm inquirente Renato Nitti. I reati contestati sono associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio e falsità ideologica.

I fatti riguarderebbero la manipolazione di concorsi pubblici dal 2006 ad oggi per docenti di prima e seconda fascia. I professori imputati avrebbero manipolato «l’esito di molteplici procedure concorsuali pubbliche bandite sul territorio» attraverso «accordi, scambi di favore, sodalizi e patti di fedeltà». Le città coinvolte oltre a Piacenza sono Bari, Milano, Roma, Napoli, Bologna, Firenze, Macerata, Teramo, Messina.