Expo 2015, il ruolo di Piacenza sul tema dell\’alimentazione

Expo 2015, la Provincia guarda a un “progetto ombrello” per la scuola e il mondo della formazione, che riunisca – in un unico filone tematico – tutti i contributi del settore.

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Partito questa mattina il percorso, con un primo incontro con alcuni dirigenti scolastici del territorio cittadino, ai quali il presidente Massimo Trespidi ha illustrato la sua proposta di collaborazione in vista dell’appuntamento con l’Esposizione universale che – ha sottolineato – “dal primo maggio al 31 ottobre 2015 richiamerà oltre tre milioni di visitatori”.

All’incontro anche l’assessore Andrea Paparo. A pochi giorni dal vertice programmato con il nuovo amministratore delegato di Expo2015, Giuseppe Sala, Trespidi ha indicato come strada da seguire la costituzione di alcuni gruppi tematici che raccolgano i contributi offerti da Enti, associazioni, categorie, scuole, poi analizzati da una cabina di regia che si occupi del coordinamento.

In questo quadro ha invitato i rappresentanti scolastici a unire le forze e raccogliere le idee. Sua intenzione è dedicare uno dei gruppi di lavoro previsti proprio al settore scolastico.

“La prima forza sta nella condivisione – ha sottolineato il presidente – vogliamo che la provincia si presenti all’appuntamento di Milano compatta, unita, coesa. Non ci sono primati da raggiungere, ma solo obiettivi comuni. Expo ci chiede progetti culturalmente pregnanti, che parlino della storia del nostro territorio. E noi, con le nostre eccellenze e il patrimonio inesauribile della nostra terra, non siamo secondi a nessuno”.

“Il titolo dell’Expo 2015: ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’ – ha detto Paparo – ci richiama a un contributo importante che il nostro territorio può offrire sui temi dell’alimentazione. In questo quadro è fondamentale interrogarsi su quali temi sviluppare per fornire risposte alla domanda: ‘Come nutrire di più, e meglio, il pianeta?’. Un interrogativo che chiama in causa la promozione dei nostri prodotti e svela l’anima e la mission sociale dell’Expo, che siamo chiamati a raccogliere e sviluppare”.