Inchiesta Safwood: resta il vicepresidente

Resta in carcere S.F., uno dei soci del consiglio di amministrazione della Safwood l’azienda piacentina con sede a Montale, coinvolta nella maxi frode fiscale scoperta dalla Guardia di Finanza. Lo ha stabilito il Tribunale del riesame che si è svolo mercoledì, a Bologna. I giudici hanno deciso anche la posizione della dipendente P.U., trasformando gli arresti domiciliari in obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La maxi inchiesta della Guardia di finanza e della procura, che ha portato all’arresto di 10 persone, aveva portato alla luce il dissesto finanziario della grande azienda piacentina, ora fallita, che commercializzava e lavorava il legno e che aveva sedi anche all’estero. La procura ha sequestrato beni per 59 milioni di euro, mentre ora gl inquirenti sono alla caccia di un “tesoro” di 176 milioni di euro – pagati a una società Svizzera – mai trovati e che si presume siano all’estero.

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Molte le “storture” e le situazioni poco chiare messe in atto dalla società piacentina per evadere il fisco e far apparire conti esorbitanti nel trasporto del legname che la ditta commerciava con vari paesi nel mondo. A conti fatti la Safwood dovrebbe risarcire il fisco italiano per un totale di 42 milioni di euro, una somma che verrà, in parte, rimpinguata grazie ai sequestri di beni operati dalle fiamme gialle: appartamenti, terreni, gioielli, quadri e mobili d’epoca, ora in mano al curatore fallimentare che provvederà alla vendita e con i quali verranno risarciti anche i soci ed i creditori all’oscuro di queste operazioni illegali.