Intervista a Fabio Treves, sabato al Fillmore di Cortemaggiore

Serata a tutto blues, quella che andrà in scena domenica al Fillmore di Cortemaggiore. Sul palco una vecchia conoscenza, se non il migliore nel genere, come Fabio Treves e la sua band. Ma non solo, visto che sarà accompagnato dalla sei corde di Francesco Piu, considerato dalla critica il futuro del blues italiano. Due realtà così imponenti per una sola serata, che promette di incendiare lo storico locale magiostrino. In vista di questo appuntamento, abbiamo raggiunto proprio Fabio Treves per conoscerlo da vicino. Un’esperienza che, senza dubbio è possibile definire: “d’altri tempi”. La disponibilità di Treves è disarmante, a fronte di una carriera che gli potrebbe anche permettere qualche reticenza, senza per questo essere considerato un musicista snob. E invece nel dialogo con Fabio Treves, non solo abbiamo scoperto quello che sabato sera porterà all’attenzione del pubblico piacentino, ma anche lampi della sua carriera: dai difficili esordi alle illuminanti collaborazioni con i migliori musicisti a livello internazionale. Frank Zappa su tutti. Non sono mancate alcune divagazioni sul blues o sull’armonica, lo strumento che da oltre trent’anni lo caratterizza, così come un vero e proprio elogio della radio in quanto mezzo di diffusione della cultura, che ha saputo resistere, secondo Fabio Treves, all’avanzare dell’omologazione in musica.

Radio Sound

TREVES BLUES BAND (www.trevesbluesband.com/)

Soffia sull’armonica da almeno trent’anni, abita un territorio dove l’improvvisazione collettiva e il colore prevalgono sulla melodia ricercata, ha diluito la passione nelle acque torbide della musica del diavolo. In Italia il suo timbro è una garanzia di autorevolezza musicale. Il circuito blues nostrano non può fare a meno del tiro serrato di questo complesso. Il Puma di Lambrate vi aspetta.

FRANCESCO PIU (www.francescopiu.com/)

Il futuro del blues italiano arriva dalla Sardegna. Questo giovane chitarrista e cantante autodidatta ha già saputo stupire gli spettatori di festival prestigiosi quali l’International Blues Challenge di Memphis e il Pistoia Blues, ha aperto per il padre del british blues John Mayall e duettato con artisti del calibro di Tommy Emmanuel.