Alla patata di Mareto un volume della collana \”Coltura e cultura\”

C’è anche la patata di Mareto tra le eccellenze scelte per le monografie della collana “Coltura e Cultura”, di cui è main sponsor Bayer CropScience, multinazionale del gruppo Bayer impiegata nella produzione di agrofarmaci. Il volume dedicato alla patata, che compone la collana di 11 testi, presenta una sezione dedicata al tubero dell’alta Valnure, curata dall’assessore provinciale Maurizio Parma, che parla di “un ortaggio sopraffino, figlio di una terra straordinaria, in grado di esprimere una qualità unica, che si presta alle più svariate lavorazioni”.

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Luigi Frusciante e Giancarlo Roversi hanno coordinato gli interventi scientifici e istituzionali, giunti da amministratori, esperti, accademici di tutta Italia per realizzare il volume che sarà in uscita nelle prossime settimane e che compone una prestigiosa collezione sulle colture territoriali più distintive della Penisola. Parma si sofferma sulle specialità culinarie che utilizzano la patata come materia prima, a partire dalla celeberrima torta, nelle sue differenti ricette, diverse da località a località. L’assessore ripercorre anche la storia dell’importazione del tubero in alta Valnure, che risale a 50 anni fa “quando – ricorda Parma – a seguito di verifiche sperimentali, il professor Alberto Moia scoprì che il terreno della zona era la miglior ‘culla’ per l’ortaggio””. L’assessore evidenzia l’attaccamento al territorio del docente, animato – oltre che da passione scientifica – dalla volontà di individuare colture per rilanciare l’economia di vallata; e ricorda anche la figura di Angelo Sidoli, successore di Moia alla guida dell’Inipa (poi Irfata), l’ente di formazione di Coldiretti. “Sua – specifica Parma – fu l’idea di organizzare una festa in onore della patata, al termine della stagione, indicativamente l’ultima domenica di settembre. La rassegna va in scena ancora oggi, con adesioni sempre crescenti e con l’importante contributo del Comune”. Altri “artigiani pazienti” della patata furono Ivano Faccini e Medoro Rebecchi, “storici esponenti dei Coltivatori Diretti, infaticabili traghettatori delle diverse varietà dalla pianura alla montagna”. Parma evidenzia come la patata rappresenti un importante “pezzo” di storia del territorio e un contributo significativo anche dal punto di vista economico, tanto da essere scelta – oggi – da 50 coltivatori della zona. “La scelta di dedicare una sezione di un volume della collana alla patata di Mareto rappresenta un riconoscimento importante per il nostro territorio – spiega il sindaco di Farini Antonio Mazzocchi –. In un periodo in cui è grande la ricerca di prodotti particolari, la patata di Mareto riesce a soddisfare appieno questa richiesta, perché speciale e di speciale valore. Si tratta di un prodotto eccezionale, coltivato in un territorio molto sano”.