AGGIORNAMENTO ore 18.30 – Sono stati condannati i due brasiliani accusati di aver sfruttato alcuni giovani transessuali (facevano loro pagare per avere in diritto di prostituirsi) e anche di aver spacciato cocaina. Wagner Costa, 45 anni, ritenuto il leader dell’organizzazione è stato condannato a 7 anni e 40mila euro di multa, mentre Andrè Da Silva Bueno a 3 anni e 4 mesi e 10mila euro. Entrambi sono in carcere. Dovevano ripsondere di sfruttamento della prostituzione, rapina, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (quest’ultimo reato non è stato addebitato a Da Silva). Stabilite anche le provvisionali per quattro trans, a cui andranno 20mila euro (ne avevano chiesti 100mila) e per il Comune (5mila, ne ha chiesti 50mila, anche per portare avanti il progetto “Oltre la strada”, per il recupero di chi si prostituisce). Il resto del risarcimento sarà stabilito in sede civile. L’indagine della Polizia municipale e del Nucleo Radiomobile dei carabinieri portò alla luce come giovani “ragazze” arrivate dal Brasile dovessero pagare – almeno mille euro al mese – per un posto nei quartieri a luci rosse. Ai giovani veniva sequestrato il passaporto ed erano oggetto di continue minace e vessazioni. Dall’indagine emersero anche festini hard con coca e trans a cui partecipavano numerosi piacentini.
In via di conclusione il processo per sfruttamento della prostituzione e spaccio di cocaina che portò a quattro arresti a Piacenza nei mesi scorsi. In mattinata, davanti al Gup Giuseppe Bersani, si sono presentati i due principali imputati: Costa Wagner e Da Silva, entrambi brasiliani transessuali che, secondo l’inchiesta congiunta di carabinieri e polizia municipale (partita nel 2009), avrebbero costretto a versare del denaro a vari soggetti per potersi prostituire in città e avrebbero organizzato festini con spaccio di stupefacenti. Per Da Silva il Pubblico Ministero Antonio Colonna ha chiesto 4 anni di reclusione e 14 mila euro di multa, mentre per Costa Wagner 7 anni e 40 mila euro di ammenda. Entrambi sono tutt’ora detenuti al carcere delle Novate. Le parti civili, rappresentate da diversi avvocati, tutelano 4 ragazzi ed è nei loro confronti che sono stati chiesti migliaia di euro di risarcimento. Infine avanzerà la propria richiesta anche il Comune di Piacenza, essendosi costituito parte civile in difesa dei quattro giovani sfruttati.