Venerdì 11 Maggio 2018 alle 21 al Teatro Verdi di Castel San Giovanni (PC) va in scena ” Qualche disturbata divinità “ per la regia di Francesco Summo. Il tema della violenza sulle donne è centrale nell’opera rappresentata. Il testo nasce dal desiderio di dare voce ad una intima e riservata violenza domestica , non percepibile all’esterno della famiglia, esercitata da un uomo nei confronti della moglie, alla quale vengono ascritte tutte le responsabilità del proprio fallimento personale.
La coppia ha due figli e l’incapacità dell’uomo nel garantire loro il sostentamento necessario alla sopravvivenza genera una quotidiana tensione familiare , alimentata dal fatto che egli scivoli pervicacemente nell’alcolismo e attraverso le derive mentali che tale condizione procura, ne vengano esaltati i comportamenti violenti. Un tipo di violenza difficilmente rilevabile perché psicologica ma appunto per questo più subdola perché non lascia tracce della propria azione , esercizio questo adattissimo a menti fragili che trovano nel pianto delle vittime la liberazione dalle proprie inadeguatezze . Il titolo è preso a prestito dalla poesia “I limoni” di Eugenio Montale ,dalla raccolta “Ossi di seppia”. La disturbata divinità nella poesia di Montale è una verità metafisica, nella cui ricerca il poeta protende. Questa affascinante verità illude il poeta nella possibilità di raggiungerne l’essenza. In modo simile nel testo teatrale il protagonista maschile , Carlo , è disturbato nei comportamenti e inseguito dalla moglie Irene e dall’amante Rita come appunto una divinità , illudendo entrambe nella possibilità di essere amate da un uomo idealizzato in senso positivo . L’aggettivo qualche esprime un’ indefinizione che ben sottolinea il carattere instabile ed eticamente discutibile del protagonista .