Spreco d\’acqua al campo nomadi di Piacenza, si consuma quasi il triplo

Dopo le polemiche sui mancati pagamenti delle bollette della luce e del canone di area sosta, ora sul conto dei nomadi di stanza nei due campi di Torre della Razza arriva anche la denuncia riguardante uno smodato spreco d’acqua. Ecco il dato “incriminato”, fornito dall’Agenzia d’ambito: se un piacentino consuma in media 73 metri cubi d’acqua all’anno (un metro cubo equivale a mille litri), un nomade addirittura 209. Con l’aggravante che i piacentini pagano mentre i nomadi, a quanto pare, no visto che ci pensa il Comune. Il dato è riferito al 2008 (l’ultimo utile), ma a giudicare dagli stanziamenti del Comune, anche nei successivi periodi il trend non sembrerebbe variare di molto.

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A far venire a galla il caso è il consigliere comunale Carlo Mazza (gruppo Misto). Il quale in una mozione chiede che, onde evitare sprechi sotto il profilo del consumo d’acqua, «nel nuovo regolamento di gestione dei campi nomadi (che dovrebbe essere approvato entro la fine del 2011), si preveda l’obbligo di rimborso della spesa relativa al consumo dell’acqua eccedente a quello di un’utenza ordinaria». In buona sostanza: se l’utenza media è di 73 metri cubi i nomadi dovrebbero pagare una quota equivalente al loro consumo meno i 73 dell’utenza media, che in questo modo verrebbero loro abbuonati.

In realtà Mazza aveva già presentato la stessa mozione poco tempo fa, nell’ambito della discussione sul bilancio previsionale, ma il documento ebbe scarsa fortuna e venne cassato dall’aula. Ora però, alla luce dei dati numerici di cui è venuto in possesso di recente, il consigliere ci riprova, convinto che «andare incontro ai nomadi sia un conto, regalare un altro».

Ecco nel dettaglio quanto costa l’acqua ai piacentini: 0,552 euro per consumi che variano da 0 a 100 metri cubi (come detto, un metro cubo equivale a mille litri d’acqua); 0,829 euro da 101 a 182 metri cubi;

1,010 euro da 183 a 255 metri cubi; 1,154 euro oltre un consumo di

255 metri cubi all’anno. Il cosnumo medio di un nomade, stando al dato 2008, si attesterebbe in terza fascia. Come per molti edifici comunali, anche per il campo nomadi Palazzo Mercanti paga sempre la tariffa minima, a repscindere dai consumi.

Ecco invece lo “storico” di quanto il Comune ha stanziato negli anni per il consumo d’acqua e per gli allacciamenti alla fognatura per il campo nomadi: 37.598 nel 2002, 17.129 (2003), 14.725 (2004), 17.041 (2005), 21.878 (2006), 18.453 (2007), 26.372 (2008), 24mila (2009),

19500 (2010) e 24mila stanziati a bilancio per il 2011.

«Ricordo che il sindaco, all’atto di aumento delle tariffe – ha detto Mazza – fece notare che il costo della nostra acqua era il più basso della regione e che un aumento tariffario avrebbe avuto come effetto un minor spreco. Questo discorso non può valere solo per i cittadini».