L’ARCI dopo aver criticato fortemente i pesantissimi tagli nel settore culturale attuati dal Governo Berlusconi, si unisce alla protesta contro l’emendamento presentato dal governo al Decreto Milleproroghe con cui si vuole introdurre la tassa di 1 euro sul biglietto del cinema, prevedendo la sola esclusione dal pagamento della tassa gli utenti delle sale “delle comunità ecclesiali o religiose”.
“L’emendamento così formulato rischia di mettere in ginocchio e di condannare alla chiusura un gran numero di sale cinematografiche, di piccoli cinema di paese, di salette comunali, ma anche di esperienze come i cineforum, le arene estive e tante rassegne culturali.
Questo è un provvedimento ingiusto che introduce un balzello iniquo per i cittadini e che colpisce una categoria già funestata dai tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo oltre che dal calo generalizzato dei consumi, una categoria, quella degli esercenti cinematografici, che continua a produrre lavoro e che garantisce al cittadino svago ed arricchimento culturale e sociale.
Sono evidenti le contraddizioni di questo governo che con il proprio ministro Tremonti afferma che “con la cultura non si mangia” e poi, proprio sulle attività culturali, pensa di ricavare qualche risorsa da destinare al Fondo Unico per lo Spettacolo, con un’operazione tale per cui gli operatori culturali prima vengono penalizzati dalla riduzione del fondo per lo spettacolo e poi si obbliga a rimpinguarlo mettendo le mani nelle tasche degli spettatori, che purtroppo a queste condizioni caleranno.
L’aumento è secco (1 euro) e non proporzionale, quindi dovrà, dal 1° luglio essere introdotto allo stesso modo sui prezzi pieni del weekend e su quelli ridotti per anziani e giovani, sugli ingressi agevolati, su prime e seconde visioni, su cinema e arene estive, arrivando in certi casi ad obbligare ad una maggiorazione del costo del biglietto fino al 30%!
Non ci stiamo! Chiediamo che questo emendamento venga ritirato.
L’ARCI ha sempre garantito una proposta culturale diffusa, di qualità ed a basso costo all’interno delle sale cinematografiche e delle arene estive gestite direttamente, cosi come in quelle di altre associazioni laiche e cattoliche.
Riteniamo che il pluralismo sia un valore e che vada difeso. E’ per questo che ci uniamo alla richiesta delle altre associazioni nel chiedere che l’emendamento venga ritirato nel suo complesso, e che, se così non fosse, almeno si preveda un’esenzione allargata a tutte le sale gestite dall’associazionismo culturale non profit, laico e cattolico, che lo Stato riconosce ufficialmente da diversi anni tramite criteri obiettivi e facilmente misurabili.”