“I giovani d’oggi vivono solo nel presente e non hanno la percezione della profondità del tempo, per questo è importante riuscire a portare loro la memoria storica”. Cosi il dirigente scolastico dell’istituto Raineri Marcora Teresa Andena ha presentato questa mattina l’incontro tra alcune classi dell’istituto agrario e l’associazione di anziani “gli stagionati”. Tema: la vita durante la seconda guerra mondiale.
A pochi giorni dalla giornata mondiale della memoria agli studenti è stata data così la possibilità di confrontarsi con esperienze reali e anche se lontane nel tempo, vicinissime nelle emozioni. Gli anziani “stagionati” hanno infatti una caratteristica comune: durante gli anni della guerra avevano dai 13 ai 19 anni, la stessa età dei ragazzi che questa mattina li hanno ascoltati. Due mondi diversi a confronto, in cui la voglia di raccontare si mescola con un pizzico di nostalgia per anni pieni si di difficoltà ma anche di giovinezza.
Attraverso foto, video e musica i ragazzi hanno raccolto il testimone della memoria da quelli che potrebbero essere i loro nonni ma che ricordano gli anni della guerra con una ricchezza di particolari e aneddoti incredibile. Tra gli “Stagionati”, che si definiscono così perchè “siamo come il vino che più invecchia più si fa buono”, l’unico ad aver combattuto la seconda guerra mondiale al fronte è il signor Lino Gallarati, di 91 anni. Il suo racconto è interessante e emozionante: mandato al fronte in Francia sulle montagne, a scavare trincee nella neve, il diciannovenne Lino Gallarati viene poi spostato insieme al suo reparto in africa, in Egitto, dove viene catturato dagli inglesi o meglio dagli australiani, “che erano sempre ubriachi”. Dopo alcuni mesi passati in Egitto, viene poi spedito in Sudafrica, sempre colonia inglese ma, ricorda “i sudafricani odiavano gli inglesi e quindi noi, che eravamo nemici degli inglesi eravamo trattati bene”. Lino Gallarati ritorna poi in Italia solo nel 1947, quando la guerra era già finita da due anni.
Tante testimonianze vive, toccanti, che permettono di rivivere un momento storico che, come dice il professor umberto Chiappini, “dopo di noi rimarrà solo nei libri di storia”.