Bilancio 2011, dopo 14 ore approvazione con polemica

E’ stato approvato dal Consiglio comunale in un’ultima maxi seduta da 14 ore il Bilancio 2011. Il voto è arrivato alle 5,15 del mattino, e a favore si sono espressi i 24 consiglieri di centrosinistra, contrari sette dell’opposizione. Durante il dibattito sono stati bocciati tutti gli emendamenti presentati dal centrodestra, a testimonianza del clima di contrapposizione che si è creato a Palazzo Mercanti nel corso delle ultime sedute. Il sindaco Roberto Reggi ha anche attaccato duramente l’opposizione, che avrebbe adottato “una tattica suicida”. Particolarmente acceso il dibattito su Palazzo uffici: all’interno del documento di programmazione finanziaria sono infatti presenti alcune varianti urbanistiche sugli immobili comunali che saranno venduti per la realizzazione della nuova opera.

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Niente accordo su Palazzo Uffici. E così va in fumo la speranza di evitare la maratona notturna sul Bilancio previsionale 2011. Intorno alle 18 di ieri, quando l’andamento lumaca dei lavori dell’aula aveva prodotto la miseria dell’approvazione di uno solo dei 56 emendamenti in agenda e complici anche i solleciti di Luigi Salice (Pdl) e Gianni D’Amo (Pccomune), i capigruppo si sono riuniti nel tentativo di trovare una mediazione sui lavori. Tentativo mestamente naufragato mezz’ora dopo con tanti musi lunghi.

In cambio della rinuncia all’ostruzionismo, la minoranza chiedeva di allungare il percorso di Palazzo Uffici. Più tecnicamente chiedeva di stralciare l’adozione delle varianti urbanistiche sugli immobili inseriti per la permuta che l’esecutivo ha allegato al bilancio, la qual cosa cozzerebbe contro una sentenza della Corte costituzionale. 

In tal modo consigliavano all’esecutivo una strada «più prudente e meno esposta ad eventuali ricorsi al Tar».

Tuttavia di fronte alla chiusura dell’amministrazione comunale l’intesa è sfumata e risulta che il vicesindaco Francesco Cacciatore durante la conferenza dei capigruppo si sia stizzito non poco. Le aperture mostrate dalla maggioranza su altri argomenti sono state giudicate «elemosina» dall’opposizione di centrodestra. E anche i successivi tentativi diplomatici di abbreviare i tempi (tra questi la proposta di Massimo Polledri di accorpare gli emendamenti su Palazzo Uffici in una prossima seduta risolutiva) non sono andati a buon fine. Dopo la sospensione di un’ora per la cena (dalle 21,30 alle 22,30), la seduta è proseguita con la minoranza, in particolare l’asse Pdl-Lega Nord e Carlo Mazza, seriamente intenzionata a dare battaglia fino all’ultima goccia di energia.

Fino a tardi, dunque, il clima tra i poli è stata rovente, con liti e battibecchi a ripetizione. Come quello tra Carlo Mazza (misto) e l’assessore Katia Tarasconi sull’emendamento (poi bocciato) che chiedeva di eliminare le spese per la rassegna in rosa Pulcheria. E’ 

stato scontro anche sull’opportunità di organizzare nuovamente il Festival del diritto in «un periodo di vacche magre come questo», oggetto di un emendamento del leghista Massimo Polledri. E anche sul bilancio sociale del decennio, per la minoranza «uno spot elettorale in vista delle prossime elezioni Comunali».

Ma sono stati gli emendamenti su Palazzo Uffici (due quelli finora discussi sui dieci totali) a farla da padrone. Presentati dal Pdl, chiedevano di togliere dal bilancio la realizzazione della delegazione degli uffici comunali in quanto non considerata una priorità. Entrambi sono stati bocciati dalla maggioranza che ha spalleggiato un esecutivo per nulla disposto ad arretrare. Ma le discussioni sui documenti, oltre a riportare alla ribalta posizioni già note, hanno contribuito a far sbarcare in aula quelle questioni strettamente urbanistiche e normative che a fine anno il parlamentare Tommaso Foti aveva in parte già evidenziato. E’ stato in particolare Luigi Salice (Pdl) ad entrare nel campo tecnico e a citare la sentenza della Corte costituzionale che, per il centrodestra, metterebbe a rischio il percorso adottato dall’amministrazione. In base a tale pronunciamento il piano delle alienazioni allegato al Bilancio può sì comprendere il passaggio degli immobili (in questo caso 13) da patrimonio indisponibile a patrimonio disponibile, ma non l’adozione delle varianti urbanistiche. Per il Pdl e Mazza occorrerebbe un passagio supplettivo in Consiglio comunale. E comunque sia Salice ha chiesto come mai, «trovandoci di fronte a una variante, essa non sia passata al vaglio delle commissioni competenti o della commissione qualità architettonica e paesaggistica». Per Mazza «il percorso di adozione è sbagliato e la fretta dell’amministrazione comunale esporrà il procedimento a ricorsi al Tar».  Non sono mancate le motivazioni politiche. «Ad un anno circa dalle elezioni non si può impegnare la prossima amministrazione in un progetto così vasto».

Nel suo intervento Tassi ha riproposto anche l’alternativa dell’immobile di viale Beverora, scatenando però la presa di posizione di Cacciatore che si è rivolto «ai tanti Soloni che parlano di urbanistica». «In base alle norme del Prg è una soluzione impossibile»  ha detto il vicesindaco. Ma è stato il sindaco Reggi a stroncare ogni confronto: «Il centrodestra deve imparare ad accettare quello che la maggioranza decide di fare legittimamente. Non accettarlo è un atteggiamento antidemocratico».