Per la Berni alimentare di Gragnanino, la cui chiusura è fissata per la fine di febbraio, non è ancora arrivato il momento della chiarezza. L’incontro di ieri tra sindacati e azienda per il raggiungimento di un accordo su ammortizzatori sociali, incentivo all’esodo e modalità di dismissione, infatti, non è andato a buon fine. Si tratta solo dell’ultima di una serie di fumate nere.
A questo punto, i sindacati di categoria, Flai Cgil e Fai Cisl, hanno deciso di inviare all’Associazione industriali un verbale di mancato accordo, che sarà spedito alla Provincia. Da questo momento, dunque, la legge prevede una proroga di 30 giorni al limite fissato per il raggiungimento di un accordo. Ad ogni modo, i sindacati sperano in una convocazione delle parti da parte dell’assessorato al Lavoro già nei prossimi giorni.
Al momento, come spiega Renzo Scoglio (Cgil), le posizioni di sindacato e azienda restano molto distanti. I rappresentanti dei lavoratori paiono comunque intenzionati a non molare la presa: le richieste sono quelle di due anni di cassa integrazione, a cui dovrebbe seguire la mobilità, di un incentivo all’esodo, e di maggiore chiarezza sui tempi di chiusura e dismissione dell’impianto.
Nel caso in cui l’accordo dovesse saltare, l’azienda sarà libera di chiudere i battenti a fine febbraio e di “spedire” in mobilità i lavoratori dello storico stabilimento di Gragnanino.