Mercoledì 26 gennaio, alle 21.15 presso il Salone Monumentale di Palazzo Gotico verra’ trasmessa in collegamento con il Palasharp di Milano la presentazione del testo “Il Senso Religioso” di don Luigi Giussani.
Sara’ don Julian Carron, successore di Don Giussani alla guida del movimento di Comunione e Liberazione, a presentare il primo dei tre libri del “per Corso” dove l’autore indaga la radice dell’esperienza umana, la sede degli interrogativi ultimi sul significato esauriente dell’esistenza.”Perché c’è il dolore, la morte, perché in fondo vale la pena vivere?”. O, da un altro punto di vista, “Di che cosa e per che cosa è fatta la realtà?”. Il senso religioso coincide con quel radicale impegno del nostro io con la vita che si documenta in queste domande.
Questo percorso ci sembra particolarmente attuale nel periodo storico che stiamo vivendo, ingombrato dalla parola crisi.
Crisi è sì sociale, economica e politica, ma è soprattutto antropologica perché riguarda la concezione stessa della persona, della natura del suo desiderio, del suo rapporto con la realtà.
Sembra che ogni aspetto del nostro vivere sia in qualche modo travolto da questa onda di malessere che si documenta come stanchezza e disinteresse per la realtà. Il rapporto 2010 del CENSIS ha individuato la natura della crisi nel calo del desiderio: abbiamo meno voglia di costruire, di crescere, di cercare la felicità.
Ma chi o che cosa può ridestare il desiderio? Chi o cosa e’ in grado di muovere il cuore dell’uomo?
Nell’esperienza di tutti noi e’ evidente che il nostro desiderio viene riacceso dall’incontro con qualcuno che vive in modo affascinante, qualcuno che nel modo con cui guarda, giudica e agisce trasmette un “divino nascosto”: la possibilità di vivere all’altezza dei nostri desideri.
Questa esperienza e’ il metodo con cui quotidianamente cogliamo ciò che vero e ciò che e’ falso, ciò che e’ giusto e quello che e’ sbagliato, il bello e il brutto.
Di fronte ad una bella donna come guardando in montagna lo spettacolo della natura. Quando sentiamo di aver subito una ingiustizia o quando ci sentiamo amati profondamente.
E’ il nostro io che vive, e’ il nostro cuore che giudica ogni esperienza, confrontandola con il desiderio di bellezza, giustizia, verità, felicità che ci troviamo impresso come marchio di quel divino che ci ha creati e ci attira a se attraverso una indomita ricerca.
La proposta del testo e dell’esperienza di don Giussani che facciamo a tutta la città e’ a nostro avviso il contributo culturalmente più efficace al periodo di difficoltà che stiamo vivendo.
E’ una esperienza che punta dritta al cuore di ciascuno, ben consapevoli che le forze che cambiano la storia sono le stesse forze che cambiano il cuore dell’uomo.
L’ingresso alla sala sarà gratuito e tutti sono invitati.