E’ stata inaugurata il 15 dicembre scorso, a Roma, la mostra “Palazzo Farnese, dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di Francia”, che resterà aperta nella Capitale sino al 27 aprile 2011. Tra le opere in rassegna, due dipinti provenienti dai Musei Civici piacentini di Palazzo Farnese: “Il Giglio farnesiano”, di autore anonimo, e il ritratto di Ottavio Farnese di Giulio Campi.
Il primo, olio su tela risalente al 1675 circa, appartiene alle raccolte farnesiane portate a Napoli nel 1736 e restituite in deposito a Piacenza nel 1928. Opera di un ignoto pittore emiliano, costituisce un interessante concentrato iconografico che propone, in miniatura, i ritratti del capostipite Paolo III Farnese e la progenie diretta maschile, fino al primogenito di Ranuccio II, il principe Odoardo, all’età di circa dieci anni. Un vero e proprio albero genealogico inscritto in un giglio dorato con due grandi foglie laterali, alla base del quale si nota lo stemma farnesiano originario con sei gigli azzurri in campo dorato, sostenuti da una coppia di liocorni (l’animale totemico della famiglia).
Il ritratto di Ottavio Farnese, invece, attribuito a Giulio Campi, risale al 1551 e mette in evidenza l’imponenza del nobile guerriero e la sua padronanza del contesto militare, alludendo – grazie allo sfondo prospettico che mostra l’esercito schierato – a una vittoria bellica di storica importanza.
Entrambe le opere, considerate particolarmente significative nel novero delle collezioni farnesiane, sono state richieste ai Musei Civici piacentini dall’ambasciatore francese in Italia Jean-Marc de La Sablière, per la mostra di rilievo internazionale curata dal prof. Francesco Buranelli, segretario della Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa, e dal direttore generale del Ministero dei Beni Culturali Roberto Cecchi. Obiettivo della rassegna, che contestualmente prevede l’apertura eccezionale al pubblico di Palazzo Farnese a Roma, far rivivere lo storico edificio così com’era all’apice delle vicende della dinastia, che lo fece costruire 500 anni fa. Di qui l’esposizione di opere emblematiche acquistate, nel tempo, dai Farnese, tra quadri di grandi pittori (tra i quali Michelangelo, Raffaello, Tiziano) e antichità greche e romane.