Un momento storico al quale non mancava davvero nessuno. L’inaugurazione del nuovo ponte sul fiume Po si è trasformata in una festa, alla quale hanno preso parte moltissimi piacentini, ma anche politici di livello nazionale, come il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli (con il suo discorso ha chiuso gli interventi), il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, il Segretario piacentino del Partito Democratico Pierluigi Bersani ed il Presidente della Regione Vasco Errani, così come tutti gli esponenti politici locali ed in rappresentanza di Anas il presidente Pietro Ciucci. Alle 11 sono iniziati gli interventi: il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, il Presidente della Provincia Massimo Trespidi da un lato e dall’altro il sindaco di San Rocco al Porto Giuseppe Ravera ed il Presidente della Provincia di Lodi Pietro Foroni. Gli interventi hanno riguardato i vari aspetti del periodo intercorso per la realizzazione di questa struttura: Reggi, dopo aver ricordato coloro che rimasero coinvolti nel crollo, ha annunciato che si sta già lavorando perché il ponte venga illuminato anche di notte. Trespidi ha invece ringraziato il Governo per il sostegno avuto ed ha ricordato il momento di sconforto passato nel momento del crollo: “con questa inaugurazione definitivamente alle spalle per la nostra città”. Pietro Ciucci, invece, si è soffermato sull’aspetto tecnico dei lavori e sulla struttura all’avanguardia che è stata costruita: “un progetto che ha vinto il Demolition Awards 2010, perché ha raggiunto punte di record, sia nei tempi di realizzazione (18 mesi) che nel modo di intendere la costruzione di certe opere”.
Aspetti tecnici del nuovo ponte sul fiume Po:
E’ lungo 1,1 Km ed è situato tra il Km 262,300 ed il Km 263,400 della strada 9 “via Emilia”.
L’attraverso del Po è costituito da 11 campate. Il peso complessivo è di 7 mila tonnellate.
L’impalcato del nuovo ponte è largo 14,50 metri e comprende, oltre alle barriere laterali, la carreggiata stradale per 9,50 metri, il marciapiede di servizio per 1 metro e la pista ciclabile per 3 metri.
Per realizzare l’opera hanno operato 160 uomini dell’impresa esecutrice per oltre 450 mila ore, un’infrastruttura che è avanzata per quasi 3 metri al giorno.
Il nuovo ponte è costituito da 8 mila tonnellate d’acciaio, 30 mila metri cubi di calcestruzzo, 4 mila e 500 metri lineari di diaframmi e 6 mila e 600 metri lineari di micropali.
Saluto del sindaco di Piacenza Roberto Reggi per inaugurazione nuovo ponte sul Po
Signor Ministro, Autorità, cari cittadini.
Oggi celebriamo, con la giusta solennità, la riuscita di un’impresa di successo, tutt’altro che scontata. Per questo desidero innanzitutto esprimere la mia gratitudine, e quella dell’intera comunità piacentina, in particolare a tutti i lavoratori, ai progettisti, ai dirigenti e a Lei, Presidente Ciucci, per l’ottimo lavoro realizzato.
Quanto sembra lontano il tempo drammatico del crollo, della paura di aver perso delle vite umane, delle accuse, dello spettro che la ricostruzione si trasformasse in un’odissea senza fine, come purtroppo e’ successo tante volte in questo Paese, anche non lontano da qui. Sì, perché questo rischio l’abbiamo corso davvero,
nonostante l’immediata e preziosa azione di coordinamento effettuata dalla Prefettura, in particolare dall’allora prefetto Luigi Viana, che saluto con affetto e riconoscenza.
A quel Tavolo, nel corso delle prime settimane, si evidenziavano più i distinguo, i rimandi, gli scarichi di responsabilità, le ostilità reciproche, i conflitti di competenze.
Tutto fu complicato all’inizio, anche ottenere un’ordinanza di protezione civile – firmata il 15 luglio 2009 dal presidente del Consiglio, quindi due mesi e mezzo dopo, su proposta di Guido Bertolaso – che riconoscesse la gravità dell’evento e consentisse di intraprendere una via semplificata e più rapida, rispetto alla procedura ordinaria, per la costruzione di un nuovo ponte che avrebbe richiesto, altrimenti, almeno un quinquennio.
Si aveva l’impressione che mancasse la consapevolezza dell’impatto reale di quanto era successo, come se fosse crollato un ponte di collegamento tra due frazioni di una stessa città, piuttosto che un collegamento strategico tra il Nord e il Centro Italia. In fondo, che cosa volevano questi piacentini?! Un ponte – quello della A1 Milano-Bologna – comunque c’e l’avevano, si trattava di fare pochi km in più, quindi niente di drammatico. Il dibattito rischiava di concentrarsi soltanto sulla scelta di far pagare o meno il pedaggio di quello stesso ponte autostradale. Ma ai lavoratori, agli operatori del commercio e dell’industria, ai semplici cittadini che usano i servizi sanitari e scolastici locali, risultarono subito evidenti i danni immediati e futuri che avrebbe subito il territorio se non si fosse ripristinato subito il collegamento tra le due sponde.
Fu quello il momento in cui lo spirito di squadra, accomunando gli amministratori e i politici che misero da parte la propria appartenenza partitica, si rivelò vincente.
Non ci stancammo di ritrovarci, di ricercare insieme soluzioni, di condividere le scarse risorse a disposizione, di portare avanti – ciascuno per la propria competenza – le azioni di pressione ai vari livelli di governo.
Anche la stampa locale, cui da parte mia va oggi un attestato di riconoscenza, ha giocato un ruolo molto positivo di continuo stimolo, fino al momento in cui anche un grande quotidiano italiano, per merito del suo vicedirettore che è un bravo giornalista e un piacentino doc – Giangiacomo Schiavi, che non finirò mai di ringraziare – ha acceso i riflettori su un problema che non poteva essere considerato territoriale, ma rappresentava un’emergenza nazionale. Il 26 agosto 2009, il Corriere della Sera titolava così un articolo a firma di Giangiacomo: “Il ponte (provvisorio) sul Po: quattro mesi di inutile attesa”.
Quello, a mio parere, è stato il momento della svolta. I contatti con il presidente Ciucci si sono moltiplicati, all’inizio un po’ ruvidi, è vero, ma sempre sinceri e costruttivi. Da lì è cominciato un percorso virtuoso che ci ha condotto, il 14 novembre 2009, a inaugurare quella straordinaria opera di ingegneria che, progettata e realizzata da Anas, ha svolto nel migliore dei modi la funzione di collegamento provvisorio tra le due sponde. Insieme, ci siamo assunti la responsabilità di scegliere la soluzione logistica, che poi si è rivelata ottimale, per la collocazione del ponte provvisorio, superando brillantemente un dibattito che evidenziava esigenze contrapposte e rischiava di bloccare tutto. Allo stesso modo, con consapevolezza abbiamo accettato gli oneri economici ed organizzativi conseguenti: i due Comuni e le due Regioni, in particolare, con generosità, mettendo a dura prova non solo i rispettivi Bilanci, ma anche la gestione della viabilità di un intero comparto cittadino, nonché l’impegno di vigilanza della Polizia Municipale.
Questo stesso percorso virtuoso e lo spirito di squadra ci hanno consentito, poi, di trovare l’ottimo compromesso tra la legittima esigenza di conservazione della memoria storica – rappresentata da una struttura con più di un secolo di vita – e la necessità di ricostruire un manufatto moderno, funzionale ed esteticamente all’altezza di essere considerato, con legittimo orgoglio, un bel biglietto da visita per un territorio laborioso e avanzato come il nostro.
E qui, presidente Ciucci voglio davvero evidenziare l’ottimo lavoro svolto da Lei e dai Suoi collaboratori.
Non era facile trovare le ingenti risorse necessarie per realizzare tutto questo, soprattutto in un momento di crisi come quello che stavamo e purtroppo stiamo ancora vivendo. Anche il governo ha mostrato la giusta sensibilità riconoscendo la priorità dell’intervento. Grazie, signor Ministro.
Ma al presidente Ciucci voglio esprimere la nostra gratitudine anche per averci messo a disposizione ottimi dirigenti e tecnici, a cominciare da Claudio De Lorenzo che si è preso veramente a cuore le esigenze emerse nei continui incontri che abbiamo avuto, e insieme all’ingegner Mele ha tradotto in progetto esecutivo le conclusioni dei vari tavoli tecnici. Grazie di cuore.
Il ponte è funzionale, rispettoso del contesto storico, e bello. Talmente bello che vogliamo che venga visto anche di notte. E’ per questo che stiamo lavorando insieme a un progetto di illuminazione artistica che inaugureremo nelle prossime settimane. Ne stiamo pensando di tutti i colori!
Infine, ancora una volta insieme, saremo impegnati a ripristinare un’area che dal punto di vista ambientale ha subito varie compromissioni, ma sono sicuro che con lo stesso spirito che ci ha animato fino ad ora riusciremo a renderla anche più bella di prima. Mi riferisco in particolare all’isolotto Maggi e al Lungo Po, dove potranno riprendere i lavori di riqualificazione a cura del Comune di Piacenza, interrotti forzatamente con il crollo del ponte.
Dovremo altresì dare una risposta definitiva alle esigenze delle persone che si sono infortunate durante il crollo, a loro va il mio saluto più affettuoso.
Alla fine di tutte queste azioni, potremo davvero dire di avere trasformato una disgrazia in una grande opportunità per questo territorio e in un esempio per l’intero Paese.
Grazie a tutti.
Foti (PdL): apertura nuovo ponte sul PO schiaffo per i gufi
“ L’avere realizzato in solo 14 mesi il nuovo ponte sul fiume Po a Piacenza è un vanto di cui deve andare fiera non solo l’Anas ma tutto il sistema Italia” lo sostiene il parlamentare piacentino Tommaso Foti, al termine dell’inaugurazione tenutasi alla presenza dei Ministri Matteoli e La Russa e del Presidente dell’Anas Ciuicci.
“ Chi pensava nei prossimi mesi di cavalcare la tigre dei ritardi è servito: se ne torna a casa con le pive nel sacco. Molti – aggiunge il parlamentare di Berlusconi – erano i gufi in agguato: purtroppo per loro avranno ben poco da dire perché la struttura realizzata è moderna, eco compatibile, pienamente funzionale e realizzata a tempo di record”.
“ Ancora una volta – conclude l’on. Foti – il governo Berlusconi è il Governo del fare, del fare bene le opere pubbliche, di farle insieme alle realtà territoriali. Un altro successo che si aggiunge ai tanti conseguiti in questi due anni e mezzo di proficuo lavoro e che mostra all’Italia intera chi fa i fatti e chi invece si trastulla in un dibattito politico fatto di parole tanto vuote, quanto inutili.”