“I lunghi tentacoli della piovra arrivano anche a Piacenza”. E’ la tesi dell’Italia dei valori che, attraverso un’interrogazione all’amministrazione provinciale, chiede di fare luce sulla Eco. Ge. srl che sta effettuando il trattamento di rifiuti inerti derivanti dalla demolizione dell’ex zuccherificio Sacofin di Sarmato. Secondo infatti una relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (2° vol.- 2° semestre 2002) l’imprenditore titolare della Eco.Ge, Gino Mamone, sarebbe finito più volte nel mirino degli inquirenti principalmente per reati ambientali legati allo smaltimento dei rifiuti; di recente anche la Guardia di Finanza, nelle sue indagini sui Mamone del 2007/ 2008, avrebbe ribadito come Gino Mamone sia stato segnalato per i suoi legami con la cosca della ‘ndrangheta calabrese dei Mammoliti e come dalle telefonate intercettate emergano i rapporti con Vincenzo Stefanelli, esponente della criminalità organizzata di stampo mafioso, titolare di un’impresa edile.
D’altro canto, la Provincia di Piacenza e i Comuni di Rottofreno e Sarmato hanno siglato in Prefettura non più tardi di due settimane fa il ‘Protocollo di legalita” che, in sostanza, dovrebbe evitare le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici. Il sindaco di Sarmato, Anna Tanzi Cuminetti, fa però sapere in via informale che qui non si tratta di appalti pubblici ma di un lavoro affidato da un’azienda privata ad un’altra azienda privata.
E’ anche vero però, come sottolinea l’Idv, che la Eco. Ge. risulta sottoposta a verifica nell’ambito delle procedure in materia di impatto ambientale dalla stessa Provincia di Piacenza per il trattamento di rifiuti dell’ex zuccherificio di Sarmato.
Ma la Sacofin non è l’unica azienda in liquidazione che ha a che fare con Eco. Ge.: secondo un’inchiesta, alcuni tir della società di Mamone sono stati fotografati all’interno della Sogin di Caorso, la società che si occupa del decommissioning della centrale nucleare.