Due preziose ‘miniature’ di Respighi e Dallapiccola accanto alla celeberrima “Quinta” di Beethoven nel secondo appuntamento con la concertistica domenica 5 dicembre ore 20.30 al Municipale. In scena la Filarmonica Toscanini guidata dal Muhai Tang ed il magico violino di Domenico Nordio.
Ricco e variegato, raffinato e potente, il programma del secondo concerto della stagione della Fondazione Teatri di Piacenza in programma domenica 5 dicembre ore 20.30 al Municipale con una prima parte dedicata al violino ed una seconda – quasi in continuità con il primo appuntamento di lunedì 29 novembre – che punta ancora su Beethoven con la Sinfonia n.5.
Alla guida della Filarmonica Toscanini, il giovane cinese Muhai Tang attualmente direttore principale e direttore artistico dell’Orchestra da Camera di Zurigo, direttore musicale della Shanghai Philharmonic Orchestra e primo direttore ospite degli Hamburger Symphoniker. La sua carriera internazionale, ha avuto un inizio folgorante con l’invito da parte di Herbert von Karajan a dirigere i Berliner Philharmoniker nel 1984, invito più volte rinnovato negli anni successivi.
In apertura di programma due preziose miniature di Luigi Dallapiccola e Ottorino Respighi in cui la Filarmonica accompagnerà uno dei più brillanti violinisti europei, Domenico Nordio: si tratta della Tartiniana Seconda del compositore istriano e del Concerto gregoriano di Respighi.
Se la notorietà di questo compositore (il cui padre è nato a Cortemaggiore) si lega ai suoi poemi sinfonici di ambiente romano o ad altre composizioni di carattere descrittivo, in virtù della particolare abilità di questo autore nel ricreare suggestioni “visive” attraverso la musica, non è da collocare in secondo piano il suo lavoro di riscoperta del repertorio barocco, ambito in cui curò la trascrizione di opere di Monteverdi, Frescobaldi, Veracini, Tartini, Vivaldi e Cimarosa. Si considera in questa direzione l’esplorazione di modi musicali più arcaici di cui è espressione compiuta il Concerto gregoriano, che ha la peculiarità di dare al solista la stessa importanza dell’orchestra come accadrà in seguito nei Concerti di Berg, Schoenberg, Strawinsky.
Il nome è legato ai temi gregoriani che si trovano nella composizione: il Victimae Paschali laudes, nel secondo tempo e l’Alleluja nell’ultimo.
La Tartiniana Seconda è espressione di quella gioia di comunicare che in un compositore dall’eccezionale intelligenza e cultura quale è Luigi Dallapiccola è sempre presente. La Tartiniana è
un «Divertimento» su temi di Tartini in un duplice senso: uno storico (il Divertimento come forma del comporre settecentesca, costituita da una serie di movimenti variamente alternati e facilmente accessibili) e uno per così dire privato la gioia: appunto di scrivere una musica «semplice» intrisa di memorie del passato ma in funzione del presente. Il nome di Giuseppe
Tartini (1692-1770) nascondeva il richiamo di una gloria dell’Istria, la sua terra natale, onde la conoscenza dei manoscritti delle Sonate del violinista-compositore settecentesco, mediata dalla competenza di Sandro Materassi, eccellente violinista, da anni collaboratore di Dallapiccola, ha
dato origine a due composizioni (domenica sera viene eseguita la seconda del 1956) imperniate sul gioco magistrale dei rapporti timbrici, in cui i temi “tartiniani” assumono dimensioni armoniche e moderne luminescenze sonore.
Coronerà la serata la Sinfonia n.5 di Beethoven segnata dall’indimenticabile inciso d’apertura che l’orchestra disegna subito in modo netto e perentorio: «il destino che bussa alla porta», secondo l’interpretazione che un giorno diede l’amico di Beethoven Anton Schindler. Anche per questo, nell’Ottocento diventa un autentico mito etico e artistico; del resto è davvero difficile ignorare, le vicende politiche e biografi che di quegli anni: la sordità del compositore che si faceva sempre più insopportabile e l’occupazione francese di Vienna del 1805. Dal punto di vista musicale, le novità e la portata del brano, sono ancora più eclatanti: la concisione e la drammaticità senza precedenti, l’inaudita concezione che lega tra loro i quattro movimenti attraverso il ricorrere di elementi tematici e strumentali. Questi quattro movimenti si presentano quali diverse facce di uno stesso oggetto, come inarrestabile processo di scoperta e di trasformazione della materia che si risolve nel finale appunto, dove vengono utilizzati, per la prima volta nella storia della sinfonia, i tromboni.
DOMENICO NORDIO
E’ considerato da tempo uno degli artisti italiani di punta. Allievo di Corrado Romano e di Michéle Auclair, ex bambino prodigio (ha tenuto il suo primo recital a dieci anni), a sedici ha vinto il Concorso Internazionale “Viotti” di Vercelli con il leggendario Yehudi Menuhin come presidente della Giuria. Dopo le affermazioni ai Concorsi “Thibaud” di Parigi, “Sigall” di Viña del Mar e “Francescatti” di Marsiglia, il Gran Premio dell’Eurovisione, ottenuto nel 1988, gli ha dato immediata popolarità grazie anche alla fInale trasmessa in diretta televisiva dal Concertgebouw di Amsterdam; Nordio è l’unico vincitore italiano nella storia del Concorso. Nella sua ormai ventennale carriera, si è esibito con la London Symphony Orchestra, l’Orchestre National de France, National Symphony of Ireland, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra Sinfonica Verdi di Milano, Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, Camerata Bariloche, Petrobras di Rio de Janeiro, Enescu Philharmonic di Bucarest, Orchestra Nazionale della RAI, Filarmonica Toscanini, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, del San Carlo di Napoli, del Teatro dell’Opera di Roma, Orchestra Borusan di Istanbul, Orchestra Nazionale di Spagna. Tra i direttori con i quali ha collaborato vi sono: Menuhin, Mercier, Maag, Flor, Steinberg, Tabakov, Lazarev, Tabachnik, Casadesus, Benedetti Michelangeli, Luisi, Karabtchevskij, Aykal. Concertista molto noto all’estero, svolge larga parte della sua attività in lunghi tour internazionali. Ha suonato a Tokyo (Suntory Hall), Ginevra (Victoria Hall), Madrid (Teatro Monumental), Dublino (National Concert Hall), Londra (Barbican Center), Parigi (Salle Pleyel), Mosca (Conservatorio Čaikovskij e la Casa della Musica), New York (Carnegie Hall), Vienna (Konzerthaus), Zurigo (Tonhalle), Praga (Festival della Primavera), Milano (Teatro alla Scala), Buenos Aires (Teatro Colon). In Italia è presente in tutti i principali cartelloni; particolarmente privilegiato è il suo rapporto con le Serate Musicali di Milano che oltre ad ospitare annualmente i suoi recital, nel 2010 hanno coprodotto il suo debutto al Ravenna Festival. Domenico Nordio è dedicatario di composizioni di Facchinetti, Semini, Scannavini. Ha tenuto a battesimo brani di Donatoni (durante la Settimana Musicale Senese) e Boccadoro (Cadillac Moon, Concerto per Violino eseguito con l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari e registrato dal vivo per Rai Trade). Proprio Carlo Boccadoro ha recentemente scritto per lui Grip per violino solo che ha eseguito in prima assoluta al Teatro Bonci di Cesena. Ad aprile 2011 suonerà un nuovo pezzo di Michele dall’Ongaro commissionato dagli Amici della Musica di Ancona. E’ il direttore artistico del Concorso Internazionale di Violino “Città di Brescia”, membro della WFIMC.
MUHAI TANG
Nato a Shanghai, ha studiato composizione e direzione d’orchestra all’Accademia di Musica di quella città. Dopo il diploma, si è trasferito in Germania per studiare alla Münchener Hochschule für Musik, proseguendo a Berlino con Herbert von Karajan, a Tanglewood con Seiji Ozawa e al Festival di Bayreuth, grazie ad una borsa di studio della Wagner Gesellschaft. E’ attualmente direttore principale e direttore artistico dell’Orchestra da Camera di Zurigo, direttore musicale della Shanghai Philharmonic Orchestra e primo direttore ospite degli Hamburger Symphoniker. E’ stato direttore principale della Finnish National Opera di Helsinki, della Gulbenkian Orchestra di Lisbona, della Queensland Symphony Orchestra, della Royal Flanders Philharmonic e della China National Symphony Orchestra. Dal 2006 ha assunto il ruolo di Conductor Laureate della Queensland Orchestra e della China National Symphony Orchestra. La sua carriera internazionale, ha avuto un inizio folgorante con l’invito da parte di Herbert von Karajan a dirigere i Berliner Philharmoniker nel 1984, invito più volte rinnovato negli anni successivi. Dopo il debutto
con i Berliner, ha diretto le orchestre più prestigiose, tra cui: London Philharmonic, BBC Symphony, Orchestre National de France, Orchestre de Paris, Leipzig Gewandhaus Orchester, Dresden Staatskapelle, San Francisco Symphony, St-Petersburg Philharmonic, Israel Philharmonic, Helsinki e Oslo Philharmonic, Swedish Radio Symphony Orchestra, Finnish Radio Symphony Orchestra, Tonhalle Orchestra Zürich, Frankfurt Radio Orchestra, Orchestra di Santa Cecilia, Orchestra RAI di Torino, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra dell’Arena di Verona, Orchestra Nacional de España, Rotterdam Philharmonic, Prague Symphony, le orchestre dei teatri dell’opera di Amburgo, Berlino, Colonia, Francoforte, Stoccarda, Monaco e Stoccolma.
Figlio di un celebre regista cinese, Muhai Tang ha ereditato una grande affi nità e passione per tutte le espressioni di arte drammatica e scenica e la direzione di opere liriche costituisce una parte rilevante nella sua attività artistica. All’Opera di Helsinki ha diretto: Die Frau Ohne Schatten, Turandot, Der Rosenkavalier, La Dama di Picche, Madama Butterfl y, Tosca, La Rondine, Boris Godunov, Le Nozze di Figaro, La Traviata, Il Barbiere di Siviglia, Otello; ha portato in tournée la China National Opera al Savonlinna Summer Festival e ha diretto La Traviata al Festival di Hong Kong, Fidelio a Lisbona, Eugène Onegin a Essen, Tea di Tan Dun con la Royal Stockholm Philharmonic e Don Giovanni, Tosca, Turandot, Madama Butterfl y, Carmen, Cavalleria
Rusticana alla Central Opera di Pechino. Nel 1997 ha diretto l’Orchestra Filarmonica Cinese nel concerto di gala per la riunifi cazione di Hong Kong con la Cina. Nel 1999 ha diretto L’Olandese Volante a Shanghai (una coproduzione del Teatro di Shanghai e della Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf), prima esecuzione di un’opera di Wagner in Cina. Muhai Tang ha registrato per Deutsche Grammophon e Teldec.
FILARMONICA ARTURO TOSCANINI
La Filarmonica Arturo Toscanini, costituita nel 2002, è il punto d’eccellenza dell’attività produttiva della Fondazione Arturo Toscanini, maturata sul piano artistico nella più che trentennale esperienza dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e nell’antica tradizione musicale che aff onda le proprie radici storiche nell’Orchestra Ducale riordinata a Parma da Niccolò Paganini nel 1835/36 e per i quarant’anni successivi ai vertici delle capacità esecutive nazionali. Oggi una delle più importanti orchestre sinfoniche italiane, la Filarmonica si è esibita sotto la guida di direttori del calibro di Charles Dutoit, Dmitrij Kitajenko, Eliahu Inbal, Lawrence Foster, Rafael Fruhbeck de Burgos, Gianluigi Gelmetti, Emmanuel Krivine, Yoel Levi, Lorin Maazel, Kurt Masur, Zubin Mehta, Krzysztof Penderecki, Michel Plasson, Georges Prêtre, Mstislav Rostropovich, Pinchas Steinberg, Jeffrey Tate e Yuri Temirkanov. Consensi entusiastici di pubblico e critica hanno salutato debutti e ritorni nelle maggiori sale da concerti di tutto il mondo in città quali Washington, Parigi, Madrid, Barcellona, Amburgo, Mosca, Lucerna, Budapest, Bucarest, Varsavia, Gerusalemme, Tel Aviv, Tokyo, Osaka, Pechino, Shanghai. In Italia, unico per tutti, rimane nella memoria il concerto del 16 gennaio 2008, che ha visto l’orchestra debuttare al Teatro alla Scala con un trionfo di pubblico, a chiusura delle Celebrazioni nazionali per il 50° anniversario della morte di Arturo Toscanini. E’ stata inoltre interprete del Concerto di Natale trasmesso in mondovisione dalla Basilica della Natività di Betlemme e del concerto commemorativo del primo anniversario della scomparsa di Papa Giovanni Paolo II, tenuto al Teatro Wielki di Varsavia il 2 aprile 2006. Tra i numerosi solisti di cui la Filarmonica Arturo Toscanini vanta la collaborazione vanno citati: Maxim Vengerov, Stanislav Bunin, Misha Maisky, Mariella Devia, Vladimir Spivakov, Placido Domingo, Anna Caterina Antonacci, Mike Patton, Lucio Dalla, Uto Ughi, Salvatore Accardo, Marco Rizzi, Steven Isserlis, Boris Petrushansky, Natalia Gutman, Juan Diego Flórez, Sonia Ganassi, Sharon Isbin, Sergej Krylov, Mario Brunello, Shlomo Mintz. La costante innovazione delle strategie musicali, associata al rigore dell’approccio artistico, ha indotto al recente ampliamento del repertorio, esteso dai capisaldi del XIX secolo verso le frontiere del XX, f no agli avamposti del presente. A questo passo è corrisposto l’invito rivolto ad una nuova rosa di direttori, tutti appartenenti alla giovane generazione ma già pienamente affermati a livello internazionale. Dal 2006 ad oggi si sono così avvicendati con vibranti successi sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini i nomi di Kazushi Ono, Vladimir Jurowski, Carlo Rizzi, Tugan Sokhiev, Juraj Valčuha, Tomas Netopil, Rinaldo Alessandrini, Michele Mariotti, Lawrence Renes, Wayne Marshall, Tan Dun, Asher Fisch, Stéphane Denève ePietari Inkinen. Nella stagione 2010-2011 debutteranno sul podio della Filarmonica, tra gli altri: Michail Jurowski, Muhai Tang, James Conlon, Christian Arming e John Axelrod.