E’ stato presentato il 9 novembre alla sede dell’AUSL di Strada del Quartiere, il corso dal titolo “Il Case manager in psichiatria”, organizzato dall’Università degli Studi di Parma-Dipartimento di Neuroscienze, insieme alle due Aziende Sanitarie di Parma e Piacenza, rivolto a infermieri ed educatori.
La finalità del percorso è di formare i partecipanti al ruolo di Case manager; con tale ruolo l’infermiere o l’educatore diventa il riferente per il paziente e la sua famiglia, essendo così in grado di gestire strategie assistenziali “globali”, continue, tempestive e di elevata qualità in risposta ai bisogni di salute dei soggetti con disagio mentale e delle loro famiglie.
Sono 30 gli iscritti, di cui 20 provenienti dall’AUSL di Parma e 10 dall’AUSL di Piacenza, impegnati fino all’ottobre 2011, per un totale di 300 ore formative – tra lezioni frontali, studio individuale, esercitazioni di laboratorio e stage.
Numerosi i temi trattati da diversi professionisti dell’ Università e delle Aziende USL di Parma e Piacenza: l’esordio psicotico, la schizofrenia, i disturbi dell’umore e della personalità, le dipendenze da sostanze, le indicazioni cliniche e gli effetti collaterali degli psicofarmaci, crisi ed urgenze in psichiatria, la promozione della salute mentale, la relazione con l’utente, gli eventi sentinella, la psicologia sociale, gli interventi assistenziali, il progetto terapeutico individuale, la riabilitazione socio-sanitaria. E ancora: il governo clinico, l’organizzazione dipartimentale, l’etica, i modelli di case management, il lavoro di équipe, la responsabilità professionale…
“Al termine del percorso formativo – spiega Carlo Marchesi, del Dipartimento di Neuroscienze – Sezione di Psichiatria dell’Università di Parma e Responsabile del Corso- i partecipanti dovranno essere in grado, tra altro, di realizzare un’assistenza centrata sui problemi prioritari di salute e le necessità della persona con disagio mentale e della sua famiglia, in relazione all’età, al grado di autonomia, alla necessità di mantenere e sviluppare legami affettivi e sociali, di gestire il processo assistenziale in cooperazione con l’assistito, la famiglia, la rete dei servizi di riferimento, il contesto lavorativo, l’ambiente di cura”.