In attesa della prima udienza della causa civile intentata dal coordinamento della lista alternativa Spi-Cgil calendarizzata per il 18 gennaio, Gianfranco Dragoni e i suoi preparano un nuovo ricorso verso la segreteria della Camera del lavoro piacentina sulla scia della campagna portata avanti per il riconoscimento dei 161 voti ottenuti all’ultimo congresso provinciale. Preferenze che, come noto, sono state poi trasferite d’ufficio alla lista principale della stessa mozione per presunte irregolarità nella presentazione delle candidature. Domani il coordinamento si confronterà con gli avvocati Salvatore Dattilo e Sandro Miglioli (lo stesso che ha patrocinato la causa civile) per disporre il documento. L’oggetto è il “divieto d’accesso” imposto dal segretario generale Paolo Lanna durante l’estate, un provvedimento presto ribattezzato “editto” che ha portato all’esclusione di Dragoni e i suoi da sedi e strumentazioni di via 24 maggio, oltre all’invito rivolto alle categorie di sospendere ogni rapporto professionale con l’avvocato Miglioli (legale storico della Cgil locale) colpevole di aver «fatto causa contro la Cgil». «Valuteremo come presentare un ricorso alla commissione statutaria del sindacato – spiega Dragoni – secondo noi quella lettera di Lanna rappresenta una violazione del regolamento, non è nelle competenze di un segretario generale decidere chi entra e chi no nella sede, così come imporre alle categorie la sospensione dei rapporti con un legale».