Parco enogastronomico, mentre la giunta ha ritoccato il vincolo irraggiungibile del 60% di prodotti locali contenuto nel bando andato formalemente deserto portandolo al 15% massimo come voluto da Oscar Farinetti di Eataly, l’opposizione e i rappresentanti delle categorie economiche insorgono.
«Non vogliamo nemmeno commentare l’ennesimo fallimento di un bando comunale, prassi che appare ormai consolidata per questa Amministrazione, solo registriamo come tutta la vicenda sia la dimostrazione di come il Sindaco tiri avanti per la sua strada, sordo ai consigli e cieco di fronte al bene della città».
Intervengono così i consiglieri del Popolo della Libertà, Marco Tassi e Marco Civardi. «Siamo stati sempre fortemente critici nei confronti della decisione del Sindaco di insediare all’ex Cavallerizza un Parco Enogastronomico alias Eataly di Oscar Farinetti. Prima di tutto per dubbi sulla legittimità della pratica, quando per costruire 2 corpi aggiuntivi a un edificio sottoposto a vincolo dalla Sovrintendenza e con diversa destinazione d’uso secondo il Prg si è attuata una variante urbanistica attraverso l’applicazione di una deroga al regolamento edilizio: un vero e proprio mostro normativo. Ma, in secondo luogo – proseguono Tassi e Civardi (Pdl) – abbiamo manifestato i nostri dubbi sull’aspetto commerciale dell’operazione.
Insediare quello che a tutti gli effetti risulterà un nuovo centro commerciale, con bar e ristoranti, a pochi metri dal centro storico, a nostro avviso non fa altro che infliggere un ulteriore colpo a un commercio al dettaglio nel cuore della città già fortemente penalizzato e in costante agonia. Ci spieghi ora il Sindaco che fine fanno questi propositi? Stanno ancora in piedi le relazioni degli uffici di fronte a un passaggio dell’incidenza dei prodotti piacentini dal 60 al 15%? Come verranno ora tutelati prodotti e produttori locali?. Era ed è proprio necessario concedere per 30 anni a una multinazionale un edificio storico come la Cavallerizza nelle vicinanze del centro per insediarvi un parco enogastronomico che presenta solo il 15% dei prodotti locali? E allora, Oscar, riprovaci, sarai più fortunato».
Critico anche Carlo Mazza (misto): «In 70 anni di vita e decenni di attività politica non mi era mai capitato di vedere una cosa simile, con un imprenditore che suggerisce lo schema di bando all’amministrazione – tuona Mazza – non si può fare un bando su misura, siamo alle follia di un’amministrazione e un sindaco che hanno manie di onnipotenza. Chiaro, si sapeva già chi avrebbe dovuto vincere, ma che si faccia alle sue condizioni è una cosa disgustosa.
C’è stata una trattativa sottobanco. Mi opporrò con tutte le mie forze».
Assai critici anche l’Mpi di Riccardo Palmerini e il nuovo Psi di Federico Scarpa: «Siamo stati i primi a sollevare il problema, non eravamo gufi allora e non siamo Cassnadre adesso. Qui si fa un progetto ad personam a danno degli operatori enogastronomici, è inaccettabile. Si è perso tempo». Scarpa e Palmerini annunciano che insieme con le associazioni di categoria analizzeranno il problema e daranno una risposta alla giunta.
Tra gli operatori interviene Fausto Arzani (Confesercenti) per il quale «se è questa la strada tracciata e si va sotto il 40% di prodotti tipici locali, il nostro giudizio è assolutamente negativo e non tarderemo a farci sentire. Mi auguro vi sia in questa fase quella concertazione che per il primo bando è mancato». Mentre l’Unione commercianti rilancia la valorizzazione dei mercati rionali di via Alberici e piazza Casali.
In difesa dell’amministrazione, ma non troppo, Pierangelo Romersi, capogruppo Pd: «Il bando è andato deserto, bisogna ammetterlo, ma siamo altrettanto convinti che sia necessario fare di tutto per portare a Piacenza Eataly e che bisognerebbe fare squadra». Lascia intendere che forse il bando non era stato studiato alla perfezione, ma che ora «il percorso andrà condiviso con tutta la maggioranza».
Stessa line aper Guglielmo Zucconi (Per Pc con Reggi): «Qualche perplessità sul bando, ma Eataly