Approvata oggi in Assemblea – in presenza di una nutrita delegazione di cittadini di Caorso – una Risoluzione del centrosinistra che impegna la Regione a riaffermare in sede nazionale la totale indisponibilità dell’Emilia-Romagna ad ospitare una centrale nucleare all’interno del suo territorio; a sollecitare la conclusione del processo di smantellamento di Caorso e l’adozione di un piano energetico nazionale, elaborato col coinvolgimento delle Regioni, che valorizzi l’energia solare quale eccellenza italiana sia per produzione che consumo, dando così una risposta ai temi energetici ed occupazionali per ricercatori e lavoratori.
«Il Governo Berlusconi continua ad annunciare a vuoto il nucleare, lanciando solo ipotesi di localizzazione delle nuove centrali o di depositi delle scorie radioattive, come a Caorso e Viadana – denuncia la prima firmataria della Risoluzione Roberta Mori – oppure, promette vaghi e miracolistici incentivi a quei Comuni che, secondo il neo ministro allo Sviluppo economico, dovrebbero sgomitare per candidarsi ad ospitare gli impianti. La realtà è che nessuno sta sgomitando e le comunità stanno ancora aspettando verità e chiarezza sull’impatto di un ritorno al nucleare nel nostro Paese».
«E’ incredibile la ridda di voci e proposte implausibili a cui stiamo assistendo da settimane. – sottolinea il consigliere PD di Piacenza Marco Carini. – Il fondo, a mio avviso, l’ha toccato il vice ministro Castelli, ricandidando a dispetto dei suoi stessi colleghi leghisti il sito di Caorso per una nuova centrale: basti dire che dal 2000 ad oggi si sono spesi 450 milioni di euro di pubbliche risorse per lo smantellamento e la bonifica del vecchio impianto, senza contare lo smaltimento delle scorie. Ora noi chiediamo di concludere il procedimento prima possibile, rispettando la scadenza del 2013 per la revoca definitiva dell’esercizio e di lasciare in pace una comunità che ha già sopportato abbastanza. Non siamo più disponibili a subire le scelte di Roma, vogliamo continuare ad essere all’avanguardia sulla ricerca e l’innovazione».
Il punto di vista dei consiglieri è che il Governo nazionale si sia fossilizzato su una tecnologia superata in partenza, per nulla competitiva, se non grazie ad un grande esborso di denaro pubblico (ancora oggi gli italiani pagano 400 milioni di euro l’anno nelle bollette elettriche, per le scorie del vecchio nucleare). Lo dimostra il fatto che lo stesso presidente Obama ha stanziato 8,3 miliardi di dollari a favore di un’impresa privata per la costruzione negli Stati Uniti di 2 reattori: perché farlo se il nucleare fosse conveniente? Del resto che il nucleare sia più costoso delle altre fonti energetiche lo dicono fior di studi europei e internazionali. Secondo l’Ufficio federale di Statistica 101,82 centesimi di dollaro è il costo di 1 Kwh da fonte nucleare, contro i 99,45 dell’eolico, 98,23 del carbone e 81,72 del gas naturale.
«Noi siamo contrari al nucleare per motivi oggettivi – concludono i consiglieri emiliani del PD – legati ai costi e ad una sicurezza per le popolazioni che viene al primo posto e che l’attuale tecnologia non garantisce. Il governo dovrebbe dotarsi di un Piano energetico che punta sul gas naturale, il solare e le altre energie rinnovabili e soprattutto dovrebbe coinvolgere davvero le Regioni e i territori per avere il contributo di tutti all’autosufficienza energetica dell’Italia».
Conclude il Presidente del Gruppo Pd In Assemblea legislativa Marco Monari: «Il nostro no all’ipotesi di una riapertura di Caorso è deciso. Fra l’altro da Pdl e Lega nord viene, oggi, una singolarissima e incomprensibile lezione di “federalismo al contrario”. Da un lato il centrodestra a Milano si dichiara coi suoi massimi rappresentanti istituzionali contrario alla realizzazione di un impianto in quella regione, e dall’altro vorrebbe una centrale in Emilia-Romagna per poter rifornire di energia proprio la Lombardia».