Il fallimento della globalizzazione intesa come abbattimento delle differenze tra Stati e processo d’affermazione di un unico ordine democratico. Di questo tema si è occupato Lucio Caracciolo, intervenuto questo pomeriggio in S.Ilario nell’ambito del Festival del diritto. «Il mito della globalizzazione è finito – ha spiegato il giornalista fondatore della rivista di geopolitica Limes – invece che all’abbattimento delle differenze e delle frontiere, abbiamo assistito all’accentuazione delle rivalità e delle differenze». Ed è proprio questa tendenza alla chiusura delle singole nazioni nei propri «stereotipi culturali» a preoccupare l’ex caporedattore di MicroMega. «Dobbiamo prendere atto che la globalizzazione in senso stretto non è più possibile – ha sottolineato Caracciolo – adesso serve conoscersi tra popoli, saper entrare gli uni nelle teste degli altri. Senza capirsi non è possibile convivere».