Kamlalaf: nuovi racconti

In attesa dell’appuntamento che, nell’ambito del Festival del Diritto, domenica 26 settembre alle 15.30 vedrà protagonisti, nella sala dei Teatini, i partecipanti ai progetti Kamlalaf e “In viaggio con Erodoto”, da Federica Lugani – che ha vissuto quest’estate il viaggio in Brasile con ProgettoMondo Mlal – arriva un nuovo racconto su alcune realtà incontrate a Rio de Janeiro.

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La nostra esperienza di turismo responsabile ci ha portati a Rio de Janeiro, dove, grazie alla guida di Francesca Menegon, cooperante Mlal, e di Sarah Reggianini, che lì svolge il servizio civile, abbiamo conosciuto iniziative stupende e progetti sociali ammirevoli. Tra questi, il lavoro dell’associazione “Raizes in movimento” della favela “Complexo do Alemao”, un’associazione di giovani impegnata ad incentivare l’economia locale della favela attraverso l’utilizzo della pubblicità e della grafica. Michael, uno dei ragazzi di Raizes, è fotografo, grazie a una borsa di studio ha potuto partecipare ad un corso, ma nonostante le opportunità in più ricevute, ci ha detto: “Io sono nato in favela e desidero rimanere qui”. E’ risaputo, il cambiamento migliore viene da dentro, e i ragazzi ne sono fortemente consapevoli. Stupisce comunque, il loro forte senso di appartenenza, e il desiderio di dedicare la propria arte per un bene comune.

Un altro esempio di come l’intraprendenza dal basso possa arrivare laddove i governi ancora sonnecchiano, è il centro culturale “A historia que eu conto”, situato in un’altra favela di Rio, chiamata Villa Alianza. Qui, una vecchia scuola abbandonata è stata spontaneamente occupata qualche anno fa da un gruppo di abitanti, per divenire ben presto il fulcro dell’attività culturale della zona. A dare inizio al tutto, un ragazzo ex-trafficante di droga, mosso dal desiderio di riscattare una realtà altrimenti priva di concrete opportunità formative e di aggregazione. Il centro ha una biblioteca, laboratori di graffiti, stampa su maglietta, teatro e danza hip-hop. Dopo aver iniziato in maniera autonoma, ora, come Raizes, il centro gode dell’appoggio di diverse ong locali. Tra queste c’è anche FASE, con cui il Mlal ha collaborato per “Dereichos direitos”, un progetto rivolto ai giovani delle favelas, di cui Piacenza stessa ha avuto un assaggio, nel marzo 2009, quando furono ospiti del Tavolo per la Pace due giovani musicisti brasiliani della band Grupo Zamboo.

Ancora una volta rimaniamo stupiti di come possa nascere la bellezza dal niente, grazie all’intraprendenza e alla lungimiranza delle persone. E i frutti poi, sono tanti. Uno dei ragazzi responsabili del gruppo di teatro, ci mostra infatti alcune delle produzioni del gruppo. Alla consegna, “racconta che cosa vorresti fare da grande, qual è il tuo sogno”, una ragazzina risponde: “io vorrei fare la differenza”. Non può che commuoverci una tale promessa di speranza.

E non c’è due senza tre. Un’altra stupenda realtà incontrata a Rio, è quella del circo sociale “Crescer e Viver”. Un tendone situato nelle prossimità di un quartiere periferico di Rio, ospita i tanti ragazzi di tutte le età, che per tre pomeriggi alla settimana partecipano alle “officine”, i laboratori gratuiti di arte circense. Il circo però, anche qui è solo un pretesto per fare educazione, come ci spiegano i responsabili Junior Perim e Vinicius Daumas. Uno ex-ammazzapolli, l’altro pagliaccio, incontrandosi hanno dato vita ad un grande progetto artistico ed educativo. Attraverso il circo infatti, i giovani ricevono preziosi insegnamenti dai ragazzi più grandi, come il valore della costanza e dell’impegno, soddisfano il loro bisogno di riconoscimento da parte della comunità grazie agli spettacoli messi in scena, si sentono capaci e portatori di una grande arte, ma soprattutto di un grande entusiasmo per la vita. “Noi non vogliamo – dice Vinicius – che la gente venga a vedere i nostri spettacoli perché ci sono i “poverini” delle favelas che fanno le acrobazie. Vogliamo che la gente venga, perché sappiamo offrire uno spettacolo di grande qualità artistica”. Per questi giovani, da poco è stata anche aperta una vera e propria scuola per diventare operatori dell’arte circense, per poter essere anche più competitivi sul mercato del circo. Educazione, lavoro e intervento sociale, sono tanti quindi gli obiettivi di “Crescer e Viver”, un altro esempio che ci ha arricchito, dimostrandoci come l’arte in Brasile, sappia sempre rivolgersi alla realtà sociale intorno, e come sia forte qui, il monito di un noto poeta: “l’artista deve sempre stare dove sta il popolo”.