Non dà segni di ripresa la campagna ormai compromessa del pomodoro da industria. La situazione è tale che Fabrizio Portapuglia, Presidente della Sezione Pomodoro da Industria di Confagricoltura Piacenza e Presidente della Federazione Nazionale Pomodoro da Industria di Confagricoltura, è stato invitato a Roma dal Presidente Federico Vecchioni a partecipare alla giunta nazionale dell’associazione degli imprenditori agricoli per fornire una fotografia della situazione attuale e condividere, in sede confederale, proposte e strategie per arginare le distorsioni registrate quest’anno. “Questa mia presenza in giunta nazionale non ha precedenti, ma il momento è tale che il Presidente Vecchioni ha voluto invitarmi. La campagna è partita male e proseguita peggio – spiega Portapuglia – al nord il maltempo, che aveva generato ritardi nei trapianti, ha poi infierito generando una riduzione delle rese. Attualmente siamo attorno ai 600 quintali/ettaro: al di sotto del minimo necessario per avere reddito da questo prodotto che, sempre al nord, viene pagato in media al 90% del prezzo da contratto. Da noi – prosegue Portapuglia – il 40% del pomodoro è ancora in campo: c’è solo da augurarsi che si rimetta a fare un po’ d’estate e se lo augurano anche le industrie che sono indietro sui loro programmi.” La giunta nazionale, ha riferito Portapugila, ha analizzato anche la situazione dei produttori del Sud che si sono trovati ad avere un eccesso di produzione mentre le industrie, pur rispettando quanto previsto dai contratti, sono state legittimate in virtù di particolari clausole, sottovalutate in fase di contrattazione, a tagliare anche sino al 50% il prezzo concordato. Ora, che la situazione produttiva è tornata mediamente attorno ai 700 quintali/ettaro, si sono ridotte anche le tensioni con la trasformazione ma evidentemente la filiera, e in particolare le OP, non sono state in grado di tutelare né in fase di trattativa né durante la campagna i produttori, e questo molto più al sud che al nord, dove, comunque, ci si aspettava più incisività delle OP nella persecuzione degli obbiettivi statutari, in primis la garanzia di reddito dei produttori. Invece, anche da noi si sta lavorando sotto costo. “Si ha la percezione – incalza Portapuglia – che la filiera ed il settore organizzato così com’è si dimentichi del reddito del produttore vedendone la sola utilità ad immettere sul mercato materia prima per far sì che tutto vada avanti. In giunta abbiamo iniziato a considerare le alternative e le possibilità per migliorare il sistema. Il Presidente Vecchioni ha ben presente la situazione e nel Programma di Confagricoltura Futuro Fertile saranno considerate anche nuove modalità di contrattazione. Continuando così – conclude Portapuglia- non si può che andare verso una costante riduzione delle superfici coltivate perché, a queste condizioni, i produttori stanno vivendo sott’acqua.”