La “Lista alternativa”, formatasi dopo il recente congresso ha inviato una lettera aperta al Segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani, nella quale è stata comunicata la decisione di ricorrere con rito ordinario ad un Tribunale della Repubblica, per vede riconosciuto il diritto ad essere rappresentati negli Organismi dirigenti. Tutto ruota intorno ai 161 voti ottenuti da questa lista, non riconosciuti in sede di congresso, che negano di fatto la loro rappresentanza nelle decisioni alla Camera del Lavoro.
Di seguito la lettera inviata a Guglielmo Epifani.
Caro Segretario,
le vicende in corso da mesi nella Camera del lavoro di Piacenza, Ti sono certamente note, poiché per il loro rilievo, hanno valicato i confini locali, arrivando addirittura nelle aule parlamentari.
Attraverso questa lettera aperta, nel comunicarti la nostra decisione di ricorrere con rito ordinario ad un Tribunale della Repubblica per vederci riconosciuto il diritto ad essere rappresentati negli Organismi dirigenti in ragione dei voti ottenuti nel recente congresso, riteniamo di porti pubblicamente alcune domande.
Può risultare una motivazione convincente per farci desistere dall’intraprendere la via giudiziaria l’affermazione: “Il Congresso è finito e i suoi risultati non si discutono, anche se ciò contrasta con le più elementari norme in materia elettorale?”
Può la CGIL, il sindacato che ha fatto della tutela e difesa dei diritti la sua bandiera, accettare al proprio interno, che strumenti di garanzia utilizzando frasi sibilline esempio: “ i voti sono validi”, non attribuirli conseguentemente alla lista che li ha ottenuti?
E’ vero o no, che in conseguenza dello “SCANDALO” delle “DELEGHE FALSE” SPI e l’emergere di conti segreti paralleli a quelli ufficiali nella solo disponibilità degli ex segretari FIOM e FIM, nella Camera del Lavoro di Piacenza è aperta una grave questione morale tuttora irrisolta?
E’ una soluzione accettabile quella di avere “estromesso” dalle cariche primarie del territorio, i quadri che correttamente hanno cercato di affrontarla rapportandosi con le strutture regionali e nazionali, mentre coloro che risultano indagati restano tuttora al loro posto?
E’ nel costume e nella prassi della CGIL, di fronte a posizioni critiche, porre in atto “DIVIETI” atti a limitare o annullare il diritto per gli iscritti, o minoranze, dell’uso dei locali per riunirsi? Oppure intervenire con circolari per troncare d’imperio collaborazioni esterne con professionisti, per il solo fatto di avere accettato la patrocinazione della causa sulla rappresentanza?
Forse, i problemi sollevati dalle nostre domande, se posti a confronto con le condizioni generali del Paese, possono apparire di scarsa consistenza, e per alcuni addirittura irrilevanti, Noi restiamo convinti, che democrazia e diritti rappresentino un tuttuno con i problemi più generali del lavoro.
Per queste ragioni, pensiamo che la Tua mancata visita a Piacenza prevista per l’11 Giugno scorso, possa essere utilmente recuperata nell’immediato futuro, quale segno di attenzione, verso una Camera del Lavoro, che nel corso della sua storia centenaria, ha sempre saputo reagire alle difficoltà.
Con stima
p. Il Coordinamento “Lista Alternativa”
Carlo Berra
Rinaldo Balduzzi
Gian Franco Dragoni
Anselmo Ramponi
Lino Paraboschi