Pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza, avviati i primi cambiamenti organizzativi. All’indomani della consegna del cantiere alla ditta vincitrice dell’appalto (che in 600 giorni lavorativi porterà quasi a un raddoppio della superficie utile per le attività cliniche) è stato effettuato nei giorni scorsi un piccolo trasloco nei locali dedicati all’emergenza urgenza.
“Abbiamo di fatto trasferito il Pronto soccorso – spiega il direttore dell’unità operativa Andrea Magnacavallo – nello spazio prima occupato dalla Medicina d’urgenza, che si era già spostata nel blocco C, secondo piano (ex degenza di Oncologia)”.
I nuovi locali, che nel frattempo sono stati oggetto di riqualificazione, hanno consentito di riorganizzare l’attività per aree di cura. “Si tratta di una novità che di fatto anticipa – continua il primario – l’assetto che sarà realizzato al termine dei lavori di ampliamento”. Invece degli ambulatori tradizionali, il Pronto soccorso è stato suddiviso in due aree: una per i casi più gravi (quindi barellati) e l’altra per coloro che invece possono muoversi sulle proprie gambe.
“Per i codici gialli e rossi, che contraddistinguono le situazioni più urgenti e serie, è stato allestito un open space formato da due locali comunicanti, in grado di ospitare fino a dodici barelle (6+6 letti)”.
La seconda area è invece destinata ai codici bianchi e verdi, ovvero ai casi meno gravi. “Anche in questo senso è stata introdotta una nuova modalità organizzativa che dovrebbe portare a una diminuzione dell’attesa per questi pazienti”. A loro è infatti dedicata un’equipe ad hoc, costituita da un medico e da un infermiere. “I codici bianchi e verdi non dovranno quindi attendere le prestazioni a gialli e rossi: con questa logica dovremmo poter accelerare i tempi di risposta”.
Questa seconda area, in sostanza, vedrà la sola presenza di pazienti non barellati, che non si dovranno più spostare – come accadeva prima – dentro e fuori gli ambulatori sostando nei corridoi, ma permarranno negli ambienti dedicati per tutta la durata della degenza in Pronto soccorso.
Altra importante novità del mini trasloco del reparto riguarda il triage, ovvero la postazione di accoglienza infermieristica, nella quale viene valutata la gravità del paziente che accede. Adesso il desk è a diretto contatto con il pubblico e con la sala d’attesa, senza le precedenti barriere. Chi entra o attende, quindi, può fare riferimento immediato al personale del triage. “In questo modo – sottolinea Paola Nassani, coordinatrice infermieristica del reparto – ci allineiamo a una forma organizzativa già applicata nei grandi ospedali e in molti centri dell’Emilia Romagna”.
Lo spostamento ha consentito anche di ampliare gli spazi a disposizione (che potranno accogliere contemporaneamente fino a 5 o 6 barelle) e di dedicare a questa funzione due specifici servizi igienici.
“L’anomalia che ancora rimane da risolvere e che si potrà essere superata definitivamente solo con l’ampliamento è quella del doppio accesso”, aggiunge il dottor Magnacavallo. Infatti, se l’ingresso pedonale rimane quello generale del polichirurgico, automobili e ambulanze continuano a passare dall’apposita rampa.
Un’altra innovazione riguarda poi la presenza dei parenti. “Ai congiunti delle persone particolarmente fragili – evidenzia la caposala Nassani – è offerta l’opportunità di stare accanto ai malati”.
“Il trasloco nei locali dell’ex Medicina d’urgenza – conclude Guido Pedrazzini, direttore di Presidio unico dell’Ausl di Piacenza – vanno nella logica di migliorare l’organizzazione e cominciare a strutturare l’attività in una logica d’intensità di cura. Questo dovrebbe portare a migliorare le risposte tempistiche anche per i codici meno gravi”. Contemporaneamente, i locali liberati cominceranno a essere oggetto di interventi strutturali necessari per l’ampliamento complessivo previsto dal progetto.