Si conferma un andamento congiunturale negativo anche per il 2010 per le costruzioni in Emilia Romagna. Mentre le previsioni ci fornivano delle stime di un ulteriore rallentamento pari al 7,4% medio regionale, complessivamente siamo a un – 20% dall’inizio della crisi,
Il settore è tornato ai dati di 10 anni fa in termini di volume di affari ma il dato negativo è ampliato dalla rivalutazione dei prezzi. Alcuni dati esemplificativi: a Modena le aziende attive con dipendenti sono passate da 1556 a 1354 nell’ultimo anno, hanno perso il posto di lavoro 772 dipendenti, le ore di cassa integrazione sono triplicate, la massa salari è calata del 18%; questi dati sono sostanzialmente confermati anche nei maggiori territori della regione compresa Bologna, dove sulle nuove infrastrutture si fanno solo passerelle, si consumano chili di inchiostro e non si vede un cantiere all’orizzonte.
Nel corso dell’ultimo anno edile in regione si erano persi 13.000 posti di lavoro; ci avviamo alla fine del 2010 a raggiungere la cifra di meno 20.000 dipendenti rispetto al 2008.
Caporalato, lavoro nero e irregolare, evasione fiscale
Questa crisi economica ha ulteriormente accentuato gli elementi negativi già presenti nel settore, dove la competizione si svolge sempre più al limite della legalità. E’ uno degli aspetti messi in luce questa mattina in una conferenza stampa dal segretario generale Fillea Emilia Romagna Valentino Minarelli, insieme ai dirigenti di categoria di Bologna, Parma, Reggio Emilia, Forlì e Ravenna.
I dati dell’attività di vigilanza nei cantieri della regione confermano che siamo ben lontani dall’obiettivo del CANTIERE di QUALITA’ diffuso. Nel mese di maggio a Bologna nelle visite realizzate dagli organi di vigilanza un cantiere su due era irregolare, da Modena a Piacenza su 243 cantieri ispezionati il 35% era insicuro, sempre negli stessi cantieri sono stati trovati 23 lavoratori irregolari, 13 completamente in nero, ai quali si aggiungono le centinaia di denunce di avviata attività autonoma tutta ancora da accertare.
Questa evidente insicurezza è figlia di una condizione di sfruttamento e sottomissione. Anche nei cantieri dell’Emilia Romagna troviamo migliaia di part time senza alcuna documentazione in ordine alle ragioni che hanno portato alla riduzione di orario in busta paga, mentre quei lavoratori fanno tutti i giorni 10 ore. Poi in cantiere troviamo i finti artigiani pagati a 10 euro l’ora o a paga globale giornaliera, i dipendenti associati in partecipazione che è una forma di autoriduzione imposta del proprio stipendio. A tale riguardo siamo preoccupati della demagogia dell’impresa fai da te senza regole, che la maggioranza parlamentare di centro destra sta approvando in parlamento.
Quella della paga globale è una esperienza diffusa dai caporali antichi e moderni che ti assoldano per una retribuzione giornaliera, settimanale o mensile onnicomprensiva, tanto che non è raro trovare lavoratori che se vogliono avere una busta paga e qualche contributo versato, sono costretti a “girare” gli assegni famigliari o altre prestazioni assistenziali al proprio datore di lavoro.
Da sottolineare inoltre la rilevante evasione contributiva e assicurativa, le casse edili della nostra regione denunciano una mancata contribuzione che cresce con evidente danno per i lavoratori che non si vedranno riconoscere le corrette retribuzioni e le prestazioni assistenziali, ma anche con un evidente danno per le imprese regolari.
Alcuni dati: a Forli il 10% delle imprese iscritte non hanno pagato i contributi regolarmente, a Ravenna il 9%, a Modena il 16%. Irregolarità che viene contrastata con una puntuale vertenzialità legale contro le imprese irregolari: solo a Reggio Emilia sono mediamente 18 le vertenze ogni mese.
Per i cittadini stranieri in occasione della regolarizzazione dei permessi di soggiorno si avvia un calvario e sovente sono soggetti a ricatti di natura economica insopportabili anche da parte di connazionali, come è successo a Ravenna dove un lavoratore egiziano ha pagato diverse migliaia di euro per avere un lavoro regolare mai ottenuto.
Inoltre da tempo in regione lungo la filiera del settore delle costruzioni sono presenti casi di infiltrazione malavitosa: capita spesso che tra gli arrestati appartenenti a clan camorristi e dell’ndrangheta, siano presenti persone registrate alla camera di commercio come imprenditori edili.
La campagna di iniziative Fillea Cgil “LIBERI DAI CAPORALI”
È in questo contesto che la Fillea dell’Emilia Romagna promuove una rinnovata iniziativa contro il lavoro irregolare ed insicuro nei cantieri edili della regione, in sintonia con la FILLEA CGIL nazionale che ha promosso una “Campagna contro il caporalato”, con la quale tra l’altro si sostiene la richiesta di equiparare il reato di caporalato (oggi perseguito solo con una ammenda) a quello di traffico di esseri umani, perseguibile penalmente.
L’aspetto simbolico della campagna è rappresentato da guanti da lavoro e magliette con la scritta “Liberi dai caporali”, accanto al logo Fillea: da domani gli operatori sindacali si recheranno nei luoghi di lavoro della regione con questa “attrezzatura”, per una campagna di assemblee e un’attività capillare di sensibilizzazione/informazione sul problema, con l’obiettivo di coinvolgere innanzitutto i lavoratori nella denuncia del fenomeno.
La FILLEA regionale ritiene che vadano ulteriormente incentivati i controlli degli organismi addetti alla vigilanza, ma anche che i committenti siano attivi nella vigilanza durante l’esecuzione dei lavori, introducendo in tutti i bandi di gara pubblici e in tutti i criteri di accreditamento degli operatori economici indicati per la esecuzione di lavori che godono direttamente o indirettamente di finanziamenti pubblici, un controllo maggiore e una premialità per le imprese socialmente responsabili su tutta la filiera compreso il sub appalto.
La campagna si estenderà su tutto il territorio regionale, coinvolgendo migliaia di lavoratori e le stazioni appaltanti pubbliche, rafforzando così tutte le iniziative che verranno promosse dalle FILLEA territoriali sia in rapporto con gli enti preposti alla vigilanza, sia con le amministrazioni pubbliche, sia con tutti gli operatori del settore impegnatI a salvaguardare una condizione di regolarità nei cantieri edili emiliano romagnoli e contro le infiltrazioni malavitose nel settore.