Reggi: \”Il Governo ci riceva e non nasconda nuovi tagli\”

Reggi: “Grande senso di responsabilità dei Comuni. Il Governo ci riceva e non nasconda nuovi tagli”

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“Di fronte alla sordità del Governo, nonostante le numerose proposte ragionevoli avanzate dall’Anci, non vorrei si nascondessero ulteriori tagli a carico dei Comuni che non possono essere annunciati”. Lo ha affermato Roberto Reggi, vicepresidente Anci e sindaco di Piacenza, al termine dell’incontro dell’Ufficio di Presidenza dell’associazione, tenutosi questa mattina a Roma. “I Comuni hanno dimostrato grande senso di responsabilità – aggiunge Reggi – e si sono detti disponibili a fare la propria parte, quindi non capisco perché non veniamo ascoltati. Ripeto: ho il timore che questo atteggiamento nasconda ulteriori penalizzazioni per tutto il comparto degli Enti locali”.

Come ha spiegato il presidente Sergio Chiamparino, i sindaci sono infatti pronti a proporre uno spostamento al 2012 di un terzo dei tagli (per un importo pari a 500 milioni di euro) previsti per il 2011, da scontare al momento dell’entrata in vigore dell’Imu, l’Imposta municipale unica. Mantenendo inalterata, nel biennio, la riduzione complessiva di 4 miliardi di euro, si andrebbe a modificarne unicamente la ripartizione: 1 miliardo nel 2011 e 3 nel 2012, anziché gli annunciati tagli di 1,5 miliardi per il primo anno e 2,5 per quello successivo. Nel contempo, è stato ribadito al termine della riunione dei vertici Anci, i Comuni chiedono che il Governo si impegni affinchè i tagli ai trasferimenti vengano ricompresi all’interno del Patto di stabilità, nella sua nuova formulazione.

“Concordo appieno – ribadisce il sindaco Reggi – nel ritenere ragionevole, e attuativa di un reale federalismo fiscale, la proroga di un anno per questi 500 milioni di euro. Ed è proprio sulla base delle nostre proposte – conclude il vicepresidente Anci – che credo denotino la consapevolezza del difficile momento di crisi e della necessità di sacrifici a tutti livelli, che chiediamo con forza un incontro con il Governo. E’ più che mai necessario e urgente, ora, che la nostra voce venga ascoltata e abbia un riconoscimento formale, perché essa è espressione, innanzitutto, della tutela dei cittadini e dei servizi fondamentali cui hanno diritto”.