E’ stato servito per la prima volta il superpomodoro naturale contro l’invecchiamento, efficace per effetto di un contenuto in licopene superiore al 50 per cento, anche nella prevenzione delle malattie cardio-vascolari e tumorali.
“La novità, in arrivo sul mercato grazie alle cooperative e ai consorzi che aderiscono al progetto per “una filiera agricola tutta Italiana”, sottolinea il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, è stata presentata in occasione della nostra assemblea nazionale a Roma dei giorni scorsi.”
Si tratta di una varietà senza organismi geneticamente modificati (Ogm), che vanta una concentrazione superiore del 50 per cento di licopene. Una sostanza che svolge un’azione antiossidante superiore al betacarotene. Da un numero sempre maggiore di studi sta emergendo come il licopene sia in grado di comportare una serie di benefici per la salute, aiutando a prevenire alcuni tipi di tumore e malattie cardiovascolari e ritardando l’invecchiamento delle cellule del corpo. Da ultimo, oltre al prof. Umberto Veronesi, anche la World Foundation of Urology ha evidenziato l’importanza di questa sostanza nel pomodoro per combattere non solo il tumore alla prostata ma tutte quelle malattie dell’uomo, dai tumori alle malattie cardiovascolari, dalle artriti al Morbo di Parkinson, causate da stress-ossidativi e dalla formazione di radicali liberi.
“Il superpomodoro, continua Bisi, è stato coltivato, per ora, da aziende agricole in Emilia Romagna e Lombardia e sarà trasformato nelle nostre strutture cooperative e nei consorzi.”
L’innovazione è una dimostrazione concreta dell’importanza che ha il rapporto diretto tra produttori agricoli e consumatori anche nel favorire il trasferimento dell’innovazione dal campo alla tavola. Un risultato al servizio del progetto della Coldiretti per la filiera agricola tutta italiana che punta ad offrire prodotti al cento per cento italiani firmati dagli stessi agricoltori. I derivati del pomodoro sono infatti la prima voce delle importazioni agroalimentari dalla Cina, con un quantitativo sbarcato in Italia nel 2009 pari a ben 82 milioni di chili, (corrispondente al 10 per cento della produzione nazionale di pomodoro fresco destinato alla trasformazione), da “spacciare” come Made in Italy.
Proprio per tutelare questo prodotto simbolo del nostro Paese e contrastare la concorrenza sleale, Coldiretti, con le cooperative agricole dell’Unci e le industrie conserviere dell’Aiipa, ha avanzato recentemente una serie di richieste, rappresentate da un protocollo sanitario specifico per il controllo del pomodoro concentrato cinese all’ingresso nei porti comunitari, dall’obbligo di indicare l’origine del pomodoro utilizzato nei derivati del pomodoro e dall’immediata e tempestiva attivazione del meccanismo di salvaguardia con un dazio doganale aggiuntivo come misura antidumping prevista dalla normativa comunitaria.
“Il futuro della nostra agricoltura, ha concluso Bisi, sarà nell’essere diversi e migliori, e non omologati a quei sistemi produttivi che operano con strutture di costi per noi irraggiungibili; è quindi necessario tutelare le nostre eccellenze dai falsi, ed evitare modelli che il mercato ha già abbondantemente bocciato, come nel caso degli Ogm.”