CORSO DI LEADERSHIP: LA RELAZIONE DI ANDREA PEZZANI

 «Il duomo di Piacenza, un monumento al lavoro e all’impegno civico, un tempio dell’identità cristiana, della fede e della spiritualità piacentina». L’ha definito così lo storico ed esponente leghista Andrea Pezzani, relatore ieri al quartiere tre nel quarto appuntamento del Corso di leadership, voluto e ideato dal deputato del Carroccio Massimo Polledri e dal direttore di Cristianità Giovanni Cantoni. Pezzani ha tratteggiato l’ineguagliabile originalità della cattedrale piacentina. «Una costruzione collettiva – ha spiegato – nata da tante mani e finanziata dalle corporazioni. Voluta dalla città per la città, con elementi di straordinaria unicità, riscontrabili nelle dimensioni, superiori a quelle del duomo di Modena e Parma, nella disposizione, profondamente calata nel tessuto urbanistico della città, nell’esclusività delle sculture romaniche coeve del tempo che raffigurano i lavori artigiani. Ciabattini, venditori di stoffe, fornai, carradori, sono l’anima del tempio, il segno della Chiesa degli artigiani, di quel lavoro considerato dagli uomini del tempo come la prosecuzione dell’opera di Dio». L’anno di costruzione della maggiore chiesa piacentina, il 1122, coincise – ha fatto notare lo storico Ivo Musajo Somma – con un momento di riconciliazione tra regnum e sacerdotium, dopo l’epoca travagliata della lotta per le investiture, culminata appunto con la costruzione della nuova cattedrale intitolata inizialmente a Santa Maria e Santa Giustina.  In un documentato excursus del periodo l’assegnista di storia medievale all’Università Cattolica di Milano ha ricordato, tra le altre, una figura emblematica alla guida della chiesa piacentina nel X secolo, quella di Giovanni Filagato, monaco calabrese di cultura greca, cappellano dell’imperatrice, cancelliere imperiale, precettore di Ottone II, presto nominato arcivescovo di Piacenza. «Sotto il suo episcopato Piacenza diventerà temporaneamente arcidiocesi e acquisirà contorni più netti – ha spiegato Musajo Somma – la venerazione di Santa Giustina di Antiochia, le cui reliquie Filagato consegnerà ai piacentini prima di cadere in disgrazia, reliquie ancora venerate e custodite nella cripta del nostro duomo».  

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