"Per il momento abbiamo ritenuto opportuno chiedere una proroga alla Regione in merito alla sospensiva dei pagamenti" – spiega Luigi Sidoli Direttore dell’Unione Agricoltori di Piacenza, che interviene sul tema divenuto annoso dei controlli sanitari a carico delle imprese agricole. La giunta regionale aveva, infatti, concesso, anche su pressione dell’Unione Agricoltori, che da tempo segue con determinazione la vicenda, la sospensione temporanea dei pagamenti sino al 30 aprile 2010, in attesa di un definitivo pronunciamento ministeriale circa il campo di applicazione del decreto. L’approssimarsi della scadenza del termine, unitamente alla mancanza degli auspicati chiarimenti ministeriali motivano alla richiesta di un’ulteriore sospensiva almeno sino al 30 settembre 2010. "Questo tema – precisa Sidoli – rischia di delinearsi, purtroppo, come un altro spazio in cui si rimandano gli interventi chiarificatori e, nel frattempo, ci si deve accontentare di proroghe sospensive. La proroga è un obiettivo minimo rispetto all’impegno che Confagricoltura sta profondendo a tutti i livelli per porre fine alla vicenda che, com’è noto, ha visto, oltretutto, interpretazioni ed applicazioni differenti da regione a regione. Al riguardo giova anche ricordare che il mantenimento della sospensiva dei pagamenti risponde all’immediata esigenza di porre ad uno stesso livello competitivo le imprese agricole della nostra Regione, con quelle di altre Regioni limitrofe come la Toscana, la Lombardia, le Marche, il Piemonte che hanno adottato provvedimenti analoghi, fino all’esenzione dal balzello. Devo dire, con una certa soddisfazione – continua Sidoli – che le pressioni di Confagricoltura e dell’Unione Agricoltori di Piacenza stanno portando ad esiti positivi come l’avvio del tavolo nazionale congiunto governo-regioni per modificare il testo del decreto legislativo n. 194 del 19 novembre del 2008, per il recepimento del Regolamento Ce n.882/2004. Confidiamo – sottolinea Sidoli – nell’accoglimento favorevole della nostra richiesta da parte della Regione, nella consapevolezza che è si tratta solo di una soluzione temporanea per far fronte all’emergenza" Applicando il decreto nella forma attuale, le aziende che producono alimenti dovrebbero pagare alle autorità di controllo sanitario tariffe perfino superiori al costo stesso del servizio. Una forte penalizzazione, quindi, per un comparto gravemente segnato dalla crisi. "Ci siamo strenuamente battuti – conclude Sidoli – per far escludere dall’applicazione dei diritti sanitari la trasformazione delle produzioni primarie, non abbasseremo la guardia ora".