La stagione concertistica del Municipale presenta il recital del clavicemba

Un profondo quanto autorevole sguardo da maestro alla musica antica, quella dei grandi padri che hanno segnato la storia della musica, costituisce la cifra racchiusa dal programma che il clavicembalista Ottavio Dantone eseguirà venerdì 9 aprile ore 20.30 al Municipale di Piacenza nell’ambito della collaborazione tra la Fondazione Toscanini e la Società dei Concerti i cui iscritti potranno accedere al concerto con un prezzo del biglietto "speciale giovani". Interprete dalla forte comunicativa,  caratterizzato da una personalità unica di plasmare uno stile inconfondibile attraverso sonorità nette e fraseggi scorrevoli e un gusto sopraffino Ottavio Dantone, fin da giovanissimo si è dedicato alla musica antica segnalandosi come uno dei clavicembalisti più dotati della sua generazione. Premiato al Concorso Internazionale di Parigi (1985) e al Concorso Internazionale di Bruges (1986), è così risultato il primo italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti a livello internazionale nell’ambito del clavicembalo. Direttore musicale dal 1996 dell’Accademia Bizantina, affianca alla sua consueta attività di solista quella di direttore d’orchestra, con particolare successo anche in campo operistico:  si segnala alla Scala di Milano il Rinaldo di Händel e l’anno scorso il Viaggio a Reims di Rossini.  In programma nel recital di venerdì brani di Bach, Haendel, Scarlatti, Platti ed Haydn. Un viaggio nella rigogliosa età barocca collegando i grandi musicisti tedeschi al genio italiano di Domenico Scarlatti del quale Dantone, che lo ama molto, eseguirà due delle sue Sonate più celebri. Questi è nato nel 1685, lo stesso anno di  nascita sia di Bach che di Haendel del quale verranno proposti rispettivamente la Suite in fa minore BWV 823, lavoro di influenza francese degli anni giovanili e la Suite n. 5 in mi maggiore HWV 430 che fa parte del I Volume delle "Suites des Pièces pour le Clavecin" e nota anche con il sottotitolo "Il fabbro armonioso"; musica questa di squisita fattura e di grande bellezza melodica.Nella seconda parte Dantone presenta la Sonata n.2 op. 4 di Giovanni Battista Platti, uno tra i tanti italiani che  ai primi del settecento erano operativi all’estero ed in questo caso in Germania.  Platti vi emigrò nel 1722 per entrare a servizio di Johann Philipp Franz von Schönborn, principe vescovo di Würzburg. Trascorse l’intera vita a Würzburg, distinguendosi per le sue raffinate doti musicali e la sua abilità. Tra le sue composizioni  giunte fino a noi, le Sonate per cembalo rivestono un ruolo di primaria importanza rivelandosi opere di sentita e profonda espressività. Mostrano l’intento di ampliare gli orizzonti stilistici dell’epoca: infatti da una matrice squisitamente barocca si avvicinano al classicismo; il loro stile oscilla tra i poli marcati da Arcangelo Corelli e Antonio Vivaldi e quello segnato dallo dal nuovo stile galante  tipico dei compositori tedeschi contemporanei ai figli di Bach. Nell’offrire il suo significativo contributo alle linee evolutive della sonata clavicembalistica, Platti interpreta per questo motivo un suo preciso ruolo nella transizionedall’eredità barocca, delineata da ardite costruzioni concettuali, a quella pre-classica, connotata dall’essenzialità, precisione e "naturale" razionalità, al punto da poter essere considerato uno tra i più significativi maestri del "nuovo gusto". Secondo alcuni studiosi, Platti può essere stato un sostanziale punto di riferimento per le composizioni tastieristiche giovanili sia di Mozart che di Haydn autore scelto non a caso da Dantone, come momento conclusivo di questo viaggio ideale all’interno della musica barocca e pre-classica, offrendo la la Sonata in fa maggiore HOB. XVI:23 ; il brano pur mostrando una matrice nello stile "galante" introduce nuove suggestioni musicali, le stesse che apriranno la strada ai linguaggi tipici del secolo successivo.

Radio Sound