Ritorna a grande richiesta sul palcoscenico del Municipale di Piacenza per chiudere, sabato 20 marzo alle ore 20.30, all’insegna della comicità la stagione di danza organizzata dalla Fondazione Arturo Toscanini, Les Ballets Trokadero de Monte Carlo (direttore artistico Tory Dobrin), la celebre compagnia di balletto tutta al maschile che affronta con nonchalance i più impervi titoli del repertorio ottocentesco, neoclassico e moderno, con spirito leggero e irriverente, la seriosità del balletto classico e le manie dei suoi divi. Il segreto dei loro spettacoli, spiritosi con eleganza, è quello di rispettare con grande serietà le regole canoniche del balletto (tutti gli elementi della compagnia sono veri professionisti che padroneggiano ogni stile di danza, classica e moderna), e di trarre invece gli effetti comici dall’esagerazione delle manie, degli incidenti e dall’esasperazione delle caratteristiche della danza. L’esibizione di questi ballerini – corpi pesanti che si bilanciano perfettamente sulle punte – valorizza lo spirito della danza come forma d’arte e delizia e diverte gli spettatori. Da oltre trent’anni i "Trocks" – come vengono affettuosamente chiamati dal pubblico dei più affezionati – portano sui palcoscenici dei massimi teatri e festival internazionali i più celebri titoli del balletto, reinterpretati in versione parodistica con grande ironia. Perfettamente in linea con il proposito dei Trocks: divertire con la danza il più vasto pubblico possibile. Protagonista, in vesti femminili, un ensemble di ballerini professionisti: eccellenti per abilità tecniche e capaci di esibirsi con disinvolta versatilità in tutti gli stili della danza classica e moderna.L’apertura è con Les Sylphides, musica Frederic Chopin coreografia originale Michail Fokine nella versione di Alexandre Minz. Originariamente chiamato Chopiniana, questo balletto è stato prodotto a scopo di beneficienza a San Pietroburgo nel 1907 ed è stato poi rimontato e presentato per la prima volta nel 1909 nella stagione dei Ballets Russes a Parigi con il titolo dato da Diaghilev, Les Sylphides. Fokine ha creato questo balletto, famoso per essere il primo balletto classico astratto senza una struttura narrativa o dei personaggi ben definiti, unendo musica e danza in un dramma del Romanticismo. L’atmosfera ricorda Giselle e La Sylphide, e la musica sublime di Chopin suscita il sogno, il desiderio, la melanconia; il primo cast di questo balletto includeva Anna Pavlova, Tamara Karasavina, Alexandra Baldina e Vaslav Nijinsky. Dopo un passo a due " a sorpresa", che nello stile della compagnia, verrà annunciato soltanto la sera dello spettacolo, i Trocks delizieranno il pubblico con la loro interpretazione del Pas de quatre -coreografia Anton Dolin, musica Cesare Pugni-più famoso del romanticismo, facendo rivivere a modo loro i vezzi e le rivalità di quattro divine del balletto ottocentesco. -Fu di Benjamin Lumley, amministratore del Teatro di Sua Maestà, l’idea di allestire un Grand divertissement mettendo insieme le quattro più grandi ballerine dell’età romantica. Grazie ad un’abilissima diplomazia, Lumley riuscì a radunare a Londra le divine, non senza innescare tuttavia qualche diatriba artistica. Una di queste riguardava a chi spettasse l’onore dell’ultima variazione, con la quale ognuna voleva affermare la propria supremazia. Col dovuto tatto, Lumley la offrì alla maggiore d’età, Maria Taglioni. Si dice che costei fosse ancora in piedi a raccogliere gli applausi quando le tre più giovani compagne stavano umilmente uscendo di scena. Finalmente il Galà divertissement andò in scena: era il 26 giugno 1845. La coreografia fu creata da Jules Pierrot, che sfruttò le doti di ciascuna ballerina: della Grahn la vivacità, della Grisi l’espressività, della Cerrito la civetteria e della Taglioni il mistero etereo. Un burlone inglese paragonò il compito del coreografo a quello di un domatore di leoni e di tigri, che doveva insegnare loro a ballare il valzer in una gabbia. Il Pas de quatre originale venne danzato solamente quattro volte (la Regina Vittoria e il Principe Alberto assistettero alla terza replica), ma servì da modello per tanti successivi balletti accademici dall’andamento astratto. Oggi sopravvive come una delle evocazioni più affascinanti del balletto romantico di metà Ottocento, tanto da essere ripreso anche dai ballerini dei Ballets Trockadero.Lo spettacolo prevede come ultimo pezzo Majisimas, musica di Massenet, tratta dal secondo atto dell’opera El Cid del 1885 una coreografia spagnoleggiante, seducente e esotica: una dimostrazione sulla complessa bellezza della tecnica del balletto classico.