Si è tenuto questa mattina, nella sala del Consiglio provinciale la terza sessione del Forum Provinciale dell’immigrazione, al quale hanno partecipato alcuni rappresentanti degli enti locali, tra i quali l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Piacenza Giovanna Palladini e i rappresentati dei Forum territoriali e delle associazioni degli immigrati. Al tavolo dei relatori l’assessore alle politiche sociali della Provincia Pierpaolo Gallini, il prefetto Luigi Viana, il segretario della Camera di Commercio Ivana Nicolini, il direttore dell’Unione industriali Cesare Betti, Ivano Balestrazzi della Cisl Emilia Romagna. Il Forum è stato coordinato da Nicola Di Pirro della Cooperativa Interculturando.Il questore Michele Rosato e il colonnello Edoardo Cappellano hanno portato i saluti rispettivamente della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri."E’ mia intenzione – ha detto l’assessore Pierpaolo Gallini – sostenere il consolidamento e lo sviluppo del progetto a favore dell’integrazione degli immigrati e ritengo che gli organismi partecipativi si rendano necessari nella nostra provincia anche alla luce della elevata presenza di cittadini immigrati. Nella nostra provincia, infatti, i cittadini regolarmente iscritti alle anagrafi comunali sono il 12,5% della popolazione complessiva"."Sono convinto – ha concluso l’assessore Gallini – che l’esempio di sostegno e di solidarietà lungimirante del vescovo Giovanni Battista Scalabrini, Apostolo dei migranti, può essere tuttora un buon criterio per sviluppare azioni concrete di coinvolgimento e di partecipazione dei cittadini stranieri alla vita sociale, economica e culturale della nostra provincia".I successivi interventi dei relatori hanno sottolineato il ruolo fondamentale dei lavoratori stranieri nel nostro territorio e di come l’occupazione straniera non abbia in alcun modo compromesso l’impiego di lavoratori italiani, al contrario, come ha sottolineato il prefetto Viana, il lavoro di cura e di assistenza svolto dai cittadini stranieri, consenta un maggiore impegno delle donne nel mondo del lavoro. Aspetti cruciali del fenomeno sono rappresentati dalla necessità di formazione continua per i lavoratori stranieri, presa in carico delle nuove generazioni presso le quali si rileva un aumento dell’abbandono scolastico in percentuali maggiori rispetto agli italiani; necessità di costruire una rete di protezione e integrazione sociale e culturale.Ampio spazio è stato dato ai riflessi che la crisi globale ha comportato per i lavoratori stranieri.Il settore edile, quello che impiega il maggior numero di mano d’opera straniera ha perso in un anno 731 unità di cui oltre la metà costituita da stranieri, i quali non solo non godono di sostegno anche economico familiare, spesso infatti sono loro stessi a dovere mantenere le famiglie nel luogo di origine, ma trovano maggiori difficoltà di re-inserimento nel mondo lavorativo.