Quando nacque, a metà degli anni ’60, era la prima centrale idroelettrica d’Europa. Oggi, con i suoi 79 MW di potenza efficiente e una producibilità media di 484 GWh all’anno, rappresenta l’impianto di generazione ad acqua fluente più importante del sistema elettrico nazionale. Eppure, la centrale Enel di Isole Serafini, rischia di essere equiparata agli altri 136 impianti gestiti da Enel Green Power lungo l’asta idraulica del fiume Po. Non tanto per una questione di produttività, ma per il taglio di personale che Enel intende applicare per gli addetti al monitoraggio della centrale. Una scelta aziendale che scatena le reazioni dei sindacati, preoccupati per la sicurezza del territorio prima ancora dell’aspetto occupazionale della vicenda. E’ partendo da queste premesse che questa mattina, negli uffici del Servizio tecnico bacini degli affluenti del Po, Paolo Botti, segretario provinciale Pd, ha coordinato un tavolo di confronto istituzionale tra le parti, coinvolgendo rappresentanti sindacali e l’assessore regionale alla sicurezza territoriale Mario Luigi Bruschini insieme al funzionario Maurizio Sbalbi, responsabile del servizio tecnico per la sede di Piacenza. «Rispetto alle altre centrali, che hanno un servizio di telecontrollo a distanza, quella di Isola Serafini ha sempre avuto personale di turno 24 ore su 24 – ha spiegato Floriano Zorzella di Filcem-Cigl – questo per garantire la stabilità degli oltre 450m di diga e mantenere costante il monitoraggio territoriale, condizione indispensabile per intervenire nei casi d’urgenza». Un aspetto sottolineato anche da Giancarlo Barbieri di Flaei Cisl, che ha avanzato specifiche richieste sottoscritte dall’intero fronte sindacale. «Chiediamo venga mantenuto il turno di sorveglianza di sei persone e che si possa successivamente procedere a una riorganizzazione del personale – ha proposto Barbieri – quella di Isola Serafini è una centrale atipica e di una certa portata, non un impianto qualsiasi». Lavoratori e azienda hanno già in programma un prossimo confronto fissato per metà febbraio, ultimo mese di copertura del servizio di sorveglianza su turni. La trattativa però potrebbe proseguire anche su nuovi versanti istituzionali. «Dopo l’incontro di oggi con l’ufficio tecnico del bacino regionale, convocherò un tavolo che metta a confronto Enel Green Power con i prefetti di Piacenza, Lodi e Cremona – ha annunciato Bruschini che, oltre al ruolo di assessore per la regione Emilia-Romagna, ha da poco preso incarico come presidente dell’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) in sostituzione del collega lombardo Davide Boni – sarà mia premura coinvolgere direttamente anche Aipo come struttura tecnica, dato che la questione della sicurezza riguarda da vicino il ruolo dell’agenzia». Insomma, una questione aperta che sembra destinata ad allargarsi nei prossimi mesi. «Qui non si tratta unicamente di una semplice vertenza sindacale – ha commentato Botti al termine della seduta – la decisione di Enel rischia di incidere direttamente sulla salvaguardia territoriale. Per questo come Partito democratico seguiremo con attenzione la vicenda, così come è nostra abitudine per tutte quelle problematiche che riguardano i lavoratori e la tutela del nostro territorio».