Si è riunito lunedì scorso presso l’Assessorato all’Agricoltura della Provincia il gruppo di lavoro, presieduto dall’Assessore provinciale all’agricoltura Filippo Pozzi, del Distretto del Pomodoro da industria. Erano presenti alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria, delle organizzazioni dei produttori, delle amministrazioni provinciali coinvolte (Piacenza, Parma, Cremona e Mantova), degli industriali del settore, della Regione Emilia-Romagna ed il Prof Canali, economista che collabora col Distretto.Il Distretto del pomodoro ha fra i suoi obiettivi principali il rafforzamento dell’integrazione e del coordinamento nella filiera per migliorare la competitività del sistema territoriale.Tale obiettivo diventa quanto mai strategico in un momento come quello attuale, che si configura quale ultimo appuntamento con le regole del sostegno OCM, alle soglie quindi di un regime completamente nuovo, privo di quelle certezze che hanno caratterizzato le scorse campagne di trasformazione.Di fronte ad un "sistema" 2011 che si prospetta a rischio di "deregulation" diventa indispensabile individuare meccanismi per tenere unita e vitale la filiera: è proprio in tale contesto che il Distretto può svolgere a pieno titolo un ruolo di orientamento sulle politiche di mercato, per mantenere e rilanciare gli strumenti individuati con la Organizzazione Comune di Mercato (OCM)."Vogliamo cercare di mantenere le positività che arrivano dalla nostra tradizione e dal nostro ruolo di zona vocata che ha saputo trovare un metodo di lavoro dandosi delle regole che sono a garanzia di tutti i soggetti della filiera", commenta l’Assessore Pozzi. "Abbiamo un anno di tempo per creare un consenso di tutto il comparto del pomodoro da industria del Nord, che può riconoscersi su alcuni temi chiave come il ruolo delle organizzazioni di prodotto (OP), i meccanismi di premialità ed il sistema dei controlli da proporre in un "contratto quadro" di respiro nazionale". Il ruolo fondamentale che il Distretto potrà e dovrà quindi giocare sarà quello di traino nella definizione di un nuovo assetto normativo volontario da tradurre non solo e non tanto in un accordo locale, ma in uno schema di accordo interprofessionale di portata nazionale, che possa costituire riferimento per il Ministero e le altre Regioni del Nord interessate (Lombardia e Veneto), alle quali occorrerà rivolgersi in un’ottica di integrazione e collaborazione metodologica.Il Distretto non ha capacità normativa e/o di indirizzo regolamentare, ma ha maturato un’esperienza significativa nel far comprendere la necessità di "collaborare per competere"; è quindi il soggetto in grado di definire delle proposte reali per la fissazione di nuove regole condivise idonee a mantenere gli elementi positivi di collaborazione e contrattazione sinora maturati.