Come membro della Conferenza scolastica provinciale, alla riunione tenutasi ieri in Provincia ho portato, anche a nome di altri componenti, un documento sul quale mi ero già confrontato con numerosi sindaci del nostro territorio, in cui si evidenziava la forte preoccupazione delle amministrazioni locali in merito ai bilanci degli istituti scolastici. Un argomento, questo, del tutto pertinente all’ordine del giorno.Impegno prioritario degli enti locali, infatti, è verificare che non vengano attuate manovre che portino allo sgretolamento qualitativo della scuola, cui sono già state sottratte risorse significative in termini di insegnanti e personale Ata, come già previsto, peraltro, anche per i prossimi due anni. Ora, sostanzialmente, viene chiesto ai dirigenti scolastici di utilizzare tutte le risorse proprie (compresi i contributi volontari dei genitori), oltre che per il funzionamento e la didattica, anche per coprire i costi delle supplenze, di stretta competenza statale. Inoltre, nella nota trasmessa ai dirigenti scolastici, il Ministero fa esplicito riferimento alla necessità, da parte loro, di recuperare altre risorse.A fronte di una simile situazione è inevitabile che le scuole, e le famiglie stesse, prima o poi si rivolgano agli enti locali per chiedere aiuto. Io, insieme ad altri 16 colleghi – auspicando che altri si uniscano presto a questa presa di posizione – vorrei poter contare sul sostegno concreto della Provincia, affinchè non vengano sottratte, agli enti locali, risorse che sono essenziali per garantire, ai cittadini, altri servizi fondamentali. In troppi ambiti, ormai, il Governo attua una politica volta ad investire le Amministrazioni locali di responsabilità che sono di competenza statale, non applicando, nella sostanza, quel principio di sussidiarietà che ha sempre proclamato come punto cardine delle sue politiche: da una parte, taglia indiscriminatamente i finanziamenti ai Comuni, dall’altra chiede loro di intervenire per supplire alle proprie inadempienze, nel tentativo di far ricadere, sugli stessi enti locali, la responsabilità delle inefficienze dello Stato.Ricordo, a riguardo, che gli enti locali intervengono già in modo massiccio a supporto del mondo scolastico, fornendo servizi che vanno ad integrare le competenze ministeriali e che, in alcuni casi, già sopperiscono proprio a mancate risposte governative: ne è un esempio il sostegno agli alunni disabili, o il finanziamento delle nuove sezioni di scuola materna, che altrimenti, quest’anno, non avrebbero potuto essere avviate.All’Amministrazione provinciale, a questo proposito, chiediamo di sollecitare il Governo affinché garantisca i servizi e gli ambiti di sua competenza, tutelando così gli enti locali dal dover destinare le loro già esigue risorse finanziarie a settori che non rientrano nelle loro aree fondamentali di intervento, il che rischia di lasciare scoperti altri servizi essenziali ai cittadini.L’ho ribadito, in sede di Conferenza, in un intervento condiviso con i sindaci di Piacenza, Carpaneto, Alseno, Agazzano, Gragnano, Gossolengo, Zerba, Travo, Fiorenzuola, Pontenure, Podenzano, Vernasca, Farini, Monticelli, Rottofreno, Coli e Rivergaro. Ne riporto i passaggi più significativi.La nota del Ministero declina, per la stesura dei bilanci delle scuole, norme che minano l’operatività degli istituti, contrastando le regole vigenti, compromettendo gravemente l’autonomia e stravolgendo la regolare programmazione e gestione dei finanziamenti da parte delle scuole:1) vengono azzerati i finanziamenti per il funzionamento didattico e amministrativo (materiale per le attività degli alunni, i laboratori, l’offerta formativa, la pulizia);2) vengono ridotti al minimo i finanziamenti per le supplenze con l’assegnazione di un budget che si prevede già esaurito alla fine di febbraio (si ricorda che le sostituzioni sono obbligatorie e difficilmente programmabili);3) non si danno garanzie alle scuole sull’erogazione dei crediti che vantano;4) si suggerisce alle scuole di utilizzare il contributo volontario chiesto alle famiglie, al fine di coprire le spese di supplenza, obbligando i genitori a finanziare la scuola pubblica dei loro figli;5) si prevede un taglio del 25% dei fondi degli appalti per pulizie e vigilanza negli istituti che si avvalgono di un servizio esterno, determinandone un effettivo peggioramento.Per questo, gli amministratori comunali chiedono che la Provincia si faccia non solo interprete di queste istanze, ma che si impegni attivamente per: 1) il ripristino dell’assegnazione di finanziamenti certi e trasparenti alle scuole, necessari al loro funzionamento;2) l’assegnazione, da parte del Ministero, dei crediti che le scuole vantano avendo anticipato, con risorse proprie, competenze finanziarie ministeriali;3) l’attivazione di un dibattito sulle azioni di contrasto per obbligare gli organi centrali dello Stato ad adempiere ai loro obblighi, evitando che gli oneri finanziari gravino impropriamente sugli enti locali.