Mario Spezia (Associazione Partigiani Cristiani) interviene sulla vicenda d

La vicenda relativa al cambio di intitolazione della piazza (da 25 Aprile a Jacopo da Pecorara) di Pecorara da parte dell’amministrazione di centro-destra e del suo sindaco Albertini che a prima vista appare solo come una semplice mancanza di riconoscimento dei valori della Resistenza, in effetti ha un valore simbolico ed un significato ben più profondo. Per approfondirlo bisogna andare bene a veder chi è il cardinale Jacopo da Pecorara.Dal libro ANNALI D’ITALIA  – dal Principio dell’Era Volgare sino all’anno 1749 – (compilati da Ludovico Antonio Muratori – Bibliotecario del Serenissimo Duca di Modena) al tomo settimo dall’anno 1170 fino all’anno 1300 (da Google) alle pagine 193 e 194 possiamo leggere che durante gli anni 1236 e 1237 si stava esasperando il conflitto tra l’imperatore Federico II e alcune città, in particolari lombarde (Milano, Brescia, Mantova e Piacenza), che non volevano accettare il suo dominio. A difesa della posizione della Lega Lombarda si schierò il Papa che osteggiava lo strapotere dell’imperatore. Per rendere compatta la posizione dei piacentini, tra i quali figurava anche qualche nobile sostenitore dell’imperatore, a favore della Lega Lombarda il Papa diede l’incarico di mediatore al cardinale Jacopo da Pecorara che riuscì a mettere tutti i piacentini d’accordo contro l’imperatore (allego all’uopo un file con le relative pagine tratte dall’originale).Quindi Jacopo da Pecorara è una figura eminente nella simbologia leghista (sempre alla ricerca disperata della "creazione" delle proprie radici) e non sarà parso vero a Bossi quando a settembre si è recato a Pecorara di pretendere l’intitolazione della piazza principale a questo personaggio simbolo dei "suoi avi".Ecco il motivo dominante della cancellazione di piazza 25 Aprile a Pecorara.Non un’azione fascista ma, peggio, una barbarie!Mi viene tristemente da pensare quali potranno essere i pensieri di un povero, semplice prete come don Giovanni Bruschi (cappellano della forze partigiane piacentine, sepolto nel cimitero di Pecorara) a vedere i suoi sforzi immani di "sessanta" anni fa, che a tutti noi hanno fruttato oggi la libertà e la democrazia, cancellati dalla diplomatica opera di mediazione architettata dal cardinale Jacopo "ottocento" anni fa al servizio del Papa contro l’imperatore! 

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