Il punto sullo sciopero Enia di Lunedì

Sciopero Enìa di lunedì a Piacenza presidio di fronte ai cancelli e poi in Comune. L’appello ai parlamentari. L’empasse decisionale. Il rischio sui servizi pubblici e il rischio di aumenti delle tariffe. PIACENZA – E’ una presa di posizione netta e decisa quella dei sindacati piacentini a difesa dei lavoratori del gruppo Enìa e dei servizi pubblici che la multiutility riversa sul territorio. L’allarme per un managment "non all’altezza", per degli enti proprietari (i Comuni di Piacenza, Parma, Reggio) che "stanno a guardare nonostante le troppe incognite sul gruppo" e un "notevole rallentamento dei processi decisionali senza la condivisione con le parti sociali" è stato lanciato in Camera del Lavoro da Floriano Zorzella (Filcem-Cgil) Michele De Rose (Fp-Cgil) Enzo Moggi (Uiltrasporti), Fabrizio Pelosi (Uilcem-Uil), Massimo Pelizzari (Femca-Cisl) e Antonio Pastorino (Fit-Cisl). Il "punto" sulla situazione di Enìa è emerso durante la presentazione del primo sciopero dei dipendenti del gruppo (2mila 500 dipendenti, 500 circa dei quali a Piacenza) previsto per lunedì 18 gennaio, cha a Piacenza partirà da un sit-in alle ore 4,00 davanti ai cancelli di Enìa a Borgoforte per poi passare di fronte a palazzo Mercanti, sede del Comune di Piacenza alle ore 10,00. I sindacati nell’occasione chiederanno un incontro con il vicesindaco Anna Maria Fellegara. Ma non finisce qui l’appello alle istituzioni per la tutela dei servizi pubblici e dei lavoratori che lanciano CGIL, CISL e UIL. "Chiediamo ai parlamentari piacentini, al di là dei partiti, di farsi carico delle risposte che mancano da Enìa sul suo futuro; crediamo – aggiungono le parti sociali – che se i parlamentari sono riusciti a fare fronte comune sulla "picula ad caval" (la carne macinata di cavallo, piatto tipico locale, che una proposta di legge vorrebbe vietare) debbano fare fronte comune anche sulla situazione di Enìa". I sindacati hanno parlato del rischio "concreto che fra tre anni le tariffe triplichino" e dei rischi del "depauperamento del valore finanziario come già è avvenuto" se non si faranno scelte precise sugli "asset strategici". Inoltre, sottolineano ancora, la mancata presentazione del Piano Industriale produce una forte incertezza sul livello occupazionale. Quando i sindacati piacentini parlano di rallentamento decisionale anche per le cose più banali, sottolineano un esempio su tutti: "Per capire lo stato di confusione, basti pensare che abbiamo avuto due incontri infruttuosi sulle giacche a vento da fornire ai lavoratori che prestano servizio all’esterno, facciamo fatica ad ottenere persino questo"

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