FOTI (PdL) interviene sulla vicenda della macellazione equina

    "L’intervento di Zaia pone la parola fine su una questione che, artatamente ingigantita, ha occupato i mezzi di comunicazione anche locali in queste festività natalizie" lo sostiene Tommaso Foti, parlamentare piacentino del Popolo della Libertà.    "Vi è stato, infatti, un gran discorrere sulla proposta di legge, presentata 9 mesi fa da pochi deputati di vari partiti (Lega compresa), che vorrebbe impedire la macellazione degli equini. Un’iniziativa legislativa – continua la nota dell’esponente del PdL – che, come migliaia di similari, ha certamente prodotto molte chiacchiere, ma non uno straccio di discussione in Parlamento, dove giace sepolta in qualche scaffale impolverato, in attesa di essere archiviata al termine della legislatura".    "I più diffidenti – sostiene Foti – possono verificare personalmente consultando il sito internet della Camera dei Deputati: risulta chiaramente che la proposta in questione non ha compiuto dalla sua presentazione alcun passo in avanti, né al trotto né al galoppo, ed escludo che vi sia qualche avveduto allibratore disposto ad accettare scommesse sull’esame della stessa".    "Avendo letto la proposta di legge in questione – afferma il parlamentare del PdL – noto che i difensori delle tradizioni culinarie piacentine si sono dimenticati, in un angolo della fattoria, asini, muli, bardotti (e con essi la prelibata e nostrana "asinina"), anch’essi destinatari nella proposta dei divieti prospettati per i cavalli".    "Mi sorprende questa dimenticanza – continua Foti – e quantunque conscio che dei gusti delle persone non si deve discutere, mi auguro che la stessa non sia dovuta a una presunta e pretesa supremazia del nobile cavallo sul più proletario "asn", simbolo da sempre a torto o a ragione dell’ignoranza e della stupidità degli equini".    "Le parole di Zaia – conclude il rappresentante del PdL – impediscono che la polemica giustamente si allarghi anche all’ottimo stracotto d’asina, anch’esso come la "picula" piatto tradizionale della cucina piacentina, inopinatamente dimenticato in tutta la discussione".

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